Economia Finanza

“Colpo di Stato amministrativo”. “Mantenere misura”. Si infiamma lo scontro Macron-Le Pen




Il secondo turno delle elezioni francesi si sta trasformando in un film d'azione non caratterizzato da colpi di scena, astuzie e tensione. Mentre le ore che scorrono, inesorabili, verso la scadenza di domenica prossima, è altissima la tensione tra l'Eliseofiaccato dai risultati elettorali di domenica scorsa (e delle europee, prima), e la frangia lepenista, che rivendica il primato indicato dalle urne.

L'Eliseo richiama Le Pen

L'Eliseo ha infatti invitato Marina Le Pen a mantenere “sangue freddo” e “misura” dopo che stamattina, in onda su radio Francia Interil leader aveva denunciato un “colpo di Stato amministrativo” da parte del campo presidenziale, riferendosi all'astuzia amministrativa che mirerebbe a ridurre i trinagolari del prossimo turno, mirando alla sconfitta dei candidati di Rn. Non solo, Le Pen ha rincarato la dose: “Ci sono voci secondo cui il presidente della Repubblica avrebbe intenzione di nominare il direttore generale della polizia nazionale domani, a 4 giorni dal secondo turno, quando dovrebbe rimanere fino alla fine dei Giochi olimpici, e il direttore della Gendarmeria nazionale“, aggiungendo che a suo parere “l'obiettivo” di tali nomi affrettate impedirebbe a Giordano Bardella di governare il Paese come desidera che il Rassemblement National otterrà la maggioranza al secondo turno.

Il nodo dei nomi di Macron

Nomine di mezzanotte che, se confermate, metterebbero le ganasce all'amministrazione entrante, ponendola in difficoltà e mantenendo un controllo sui settori importanti della vita della Repubblica. La replica piccata dell'Eliseocome si riferisce Bfmtvè stato: “Ogni settimana, negli ultimi 66 anni, ci sono stati stati nominati e spostamenti, soprattutto in estate, indipendentemente dal momento politico che le nostre istituzioni stanno attraversando, e non è previsto che nessuna di queste disposizioni cambi nei prossimi mesi“, tutta tesa a gettare acqua sul fuoco ma senza, tuttavia, smentire le voci sui presunti cambi di guardia. In una nota poi trasmessa a Le Figaro, è stato poi richiamato l'articolo 13 della Costituzione sulle nomine da parte del capo di Stato.

La scorsa settimana è già passata candidato diverso in Consiglio dei ministri. E la presidenza insiste anche su un'altra prerogativa del capo di Stato, richiamando l'articolo 8 della Costituzione secondo cui l'unico “in grado di nominare un premier e il suo governo è il presidente della Repubblica” e lo farà, “come ha indicato, dopo le elezioni legislative sulla base della composizione dell'Assemblea Nazionale che i francesi leggeranno“.

Tra appello al voto e “desistenti”: si ritirano nel 218

Sono salito subito a 218, secondo il conteggio di Le Monde, i candidati sono arrivati ​​in terza posizione al primo turno che si sono ritirati dalle corse a 3 o più candidati in vista di domenica. Si tratta dei cosiddetti dissidentiIl dato di le Monde indica che, dei 218, 131 sono da parte dei candidati della goffo e 82 della maggioranza presidenziale Ensamble legata a Macron. I candidati avevano tempo fino a oggi alle 18 per decidere se ritirarsi in vista delle votazioni.

Tra i candidati che si sono ritirati in vista delle votazioni figura anche il ministro delegato alle comunità territoriali, Dominique Fauree la sottosegretaria per i Veterani, Patricia Miralles.

Dominique Faure, arrivato terzo con il 28,99% nella decima circoscrizione dell'Haute-Garonne, ha annunciato il suo X il ritiro della sua candidatura al secondo turno per contrastare il Rn, che è arrivato secondo con il 30,37% dietro all'esponente socialista del Nouveau Front Populaire al 36,24%. Anche la sottosegretaria Patricia Mirallès si è ritirata, nella prima circoscrizione dell'Hérault, contro il candidato Lr/Rn che è arrivato primo con il 34,11% e il candidato del Nouveau Front populaire al 34,04%.





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