Economia Finanza

La stampa americana cade davanti a Biden




Il dibattito televisivo tra Biden e Trump ha definitivamente ucciso il mito del giornalismo americano. Quello dello scandalo Watergate, quello dell'indipendenza dei media, quello dei premi Pulitzer, quello che insegnano nei numerosi corsi delle università americane, quello di cui si riempiono la bocca i nostri colleghi domestici quando sorridono all'indipendenza della stampa anglosassone.

Tutti a commentare l'imbarazzante performance del presidente Biden. Che c'è stata. È ovvio. Ma fino a quel momento dove aveva dormito il quarto potere? In quella redazione fumante si nascondono i cani da guardia del potere che non guarderebbero in faccia a nessuno. E questa sarebbe la stirpe degli indipendenti che dovrebbe svelare scandali, fare inchieste, denunciare malversazioni? Ma non fateci ridere.

Tutto il mondo sapeva delle condizioni fisiche dell'uomo più importante del governo del mondo. I video infiniti lo ritraevano cadere, inciampare, guardare nel vuoto, cercare farfalle invece che i propri colleghi del G7. Non si tratta di episodi occasionali, ma di una catena di eventi che nessuno del mainstream giornalistico ha voluto vedere.

Perché nessun grande media americano ne ha parlato? Perché si rovista nelle cartelle cliniche di ogni candidato senatore, e non ci si rende conto di come stia il loro comandante in capo. E non è meglio se vengono rivelati i cosiddetti e fenomenali nuovi colleghi digitali, i cosiddetti debunker. Quelli che prendono talmente sul serio che si sono fatti permettere di chiedere a poche voci online che avevano dubbi sul saluto di Biden, se fossero laureati in medicina? Gli stessi arbitri digitali hanno mai confessato i verbosi articoli sulle presunte malattie terminali di Putin, dove sono stati?

Con il dibattito di Atlanta, con i suoi microfoni chiusi, con la sua asettica costruzione anglosassone, non è finito solo un presidente, che è sembrato un re nudo, è finita la stampa. C'era forse bisogno di questo messaggio in scena, per comprendere ciò che tutti avevano compreso, ma i giornalisti non hanno avuto il potere di svelarlo. Uccidiamo tutti i nostri incarichi giudiziari da confermare, condanniamo i rapporti con una pornostar, mettiamo in dubbio i finanziamenti e non ci rendiamo conto dell'adeguatezza fisica e mentale di Biden? Di cosa abbiamo paura?

Vi ricordo la copertina dell'Economist su Berlusconi, Unfit, non in grado, cioè, di governare l'Italia.

Quanto sono considerati inadatti i giornalisti anglosassoni nel tentativo di non comprendere la condizione del loro presidente? Pulitzer è stato un editore discutibile, uno che ha condizionato la linea editoriale senza alcun scrupolo, che ha fatto del sensazionalismo la cifra del suo quotidiano newyorkese, certo poi alla fine della sua vita, si è ricreduto. E ha costruito un premio degno di un'informazione malata che si prende tanto sul serio dallo sminuire il ridicolo.



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