Economia Finanza

La cultura francese fa quadrato contro Rn



Toubon: «Rn vuole seppellire la Costituzione»

Il rifiuto dei contropoteri dello Stato di diritto è una critica comune contro la destra radicale. Anche Jacques Toubon, uomo della destra golpista, ex ministro della Cultura con Èdouard Balladur e della Giustizia con Alain Juppé, ed ex difensore dei diritti, ha partecipato, in video, alla manifestazione: «Il Rassemblement national – spiega – si mette di traverso ai progressi della società: il riconoscimento dei diritti delle minoranze, ad esempio delle minoranze sessuali. Proporre costantemente – aggiunge – i principi di esclusione invece di applicare il principio stesso della Repubblicail valore dell'inclusione».
Rn, «come i partiti omologhi degli altri Paesi, ci porterebbe l'illiberalismo, metterebbe cioè in discussione lo stato di diritto in nome del populismo e del crollo, in particolare dei contropoteri, come per esempio la giustizia; e abbiamo visto recentemente due esempi molto importanti in due paesi membri dell'Unione europea: la Polonia e l'Ungheria».
Il Rassemblement, infine, «propone semplicemente di seppellire la Costituzione perché vuole rimescolare totalmente le carte tra il Primo ministro e il Presidente della Repubblica, molto probabilmente eliminando la carica del primo ministro»: un'eventuale coabitazione sarebbe «un vero conflitto (tra il primo ministro e il presidente ndr) e, penso, un grande pericolo per le nostre istituzioni».

Boucheron: «Stolto chi fa il delicato»

Anche Patrick Boucheron, storico del medioevo, insiste sullo stesso tema: «Quando l'estrema destra è al potere fa in modo che lo stato di diritto sia destabilizzato: questi uomini al potere distruggono le libertà pubbliche, fanno in modo che tutto sia messo in riga». Boucheron ricorda allora un verso di Aragon, della poesia La rosa e la reseda, del 1944: «Quando i grani sono sotto la grandine, si storce chi fa il delicato, si storce chi pensa alle sue liti, nel cuore di un comune combattimento».

Il Nobel Ernaux: «Tempi irragionevoli»

Aragon, e in particolare la sua «È così che gli uomini vivono», cantata da Leo Ferré, è stata evocata anche dal premio Nobel per la letteratura 2022, Annie Ernaux, molto polemica contro le scelte di Emmanuel Macron e il tentativo – ormai superato, in realtà – di porre sullo stesso piano Rn e il Nouveau Front Populaire: «Erano tempi irragionevoli […] Si prendevano i lupi per i cani».
«Chi porta con sé un progetto distruttivo dei legami sociali, del vivere insieme, un progetto xenofobo, un progetto ostile alle scelte degli individui, ostile alla libertà se non il Rassemblement national, il cui programma essenziale è il ritorno all'ordine e all'essere- sé, bianco naturalmente», ha detto. Anche Ernaux ha insistito sull'irrevocabilità di certe scelte: «Ci sono dei momenti nella storia di una nazione in cui i cittadini fanno delle scelte su quali è poi difficile tornare indietro. Queste scelte, su quali i nostri discendenti ci giudicheranno, sono qui, domenica prossima».

Cagé: «Investiamo nelle campagne»

Parigi è in mobilità, ma in realtà è già convinto: Rn non supera l'11%, nove deputati su 18 sono stati eletti (tutti del Nouveau Front National), quasi ovunque un candidato macroniano si oppone a uno di sinistra. Tocca a Julia Cagé, economista di sinistra (collaboratrice e moglie di Thomas Picketty) ricordare che il problema vero è nelle campagne, in «quei borghi e quei villaggi che bisogna riconquistare, dove occorre investire, trasformando: domani occorrerà essere più ambiziosi sull'imposta sulla fortuna (quella patrimoniale, ndr), sull'aumento degli stipendi, sulla tassazione delle multinazionali per finanziare dappertutto le scuole, le strade, gli ospedali».
È proprio l'impoverimento dei servizi pubblici nei piccoli centri ad alimentare la protesta sociale, a volte portando i Gilet Gialli nelle piazze, altre volte le schede elettorali segnate Rn nelle urne. Il problema torna quindi all'origine: al finanziamento del bilancio pubblico, dei servizi pubblici, dello stato sociale francese: il più arduo da risolvere, il più eluso dalle forze politiche.

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