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Trieste, dibattito sulla libera informazione



“Battersi perché non ci siano più analfabeti di democrazia”, ​​invitava il 3 luglio scorso, giorno di apertura delle Settimane sociali 2024, il Presidente della Repubblica Mattarella. Il giornalismo, un tempo chiamato il “cane da guardia” della politica (oggi forse più “il suo cane da compagnia”) non può non sentirsi chiamato in causa di fronte a questo appello. Un tempo, infatti, il diritto dei cittadini ad essere correttamente informati, base di ogni democrazia, era garantito da un contesto di tutela, diritti e prassi che oggi però, in sostanza, non sono più garantiti ai professionisti dell'informazione. Oggi, infatti, troppo spesso questi fanno il loro lavoro senza poter porre domande agli interlocutori che devono fornire risposte, senza poter vedere con i propri occhi i fatti ma sempre più spesso rielaborando comunicazioni stampa, video preconfezionati o messaggi postati sui social del politico di turno , senza interlocuzione e contraddittorio. Il prodotto giornalistico con il venire meno di questi elementi ha ormai definitivamente perso il suo appeal ed è chiamato a competere con una cattiva informazione frutto di “surrogati” che fanno comodo al mercato (in primis, intelligenze artificiali generative e sociali).

Un problema per la corretta informazione è, infatti, la tendenza sempre più massiccia di enti pubblici (Forze dell'ordine, procure della Repubblica, Istituzioni, ecc.) e privati ​​(banche, aziende, ecc.) a preconfezionare per i giornalisti strumenti come comunicati stampa e video che, però, impediscono l'interlocuzione e il contraddittorio, non favorendo una corretta formazione dell'opinione pubblica rispetto ai tanti temi che riguardano la nostra società.

Un appuntamento sul tema del comunicato, quindi, era opportuno alle Settimane sociali 2024. Organizzato dall'Ucsi e dall'Ordine dei giornalisti locali l'evento, dal titolo Giornalisti sentinelle dello stato di salute di una democrazia. Oltre le 5W, 5M per un giornalismo responsabile e Coordinato da Maria Luisa Sgobba (giornalista e vicepresidente nazionale UCSI, ha visto gli interventi di Salvatore Ferraragiornalista e presidente dell'UCSI del Friuli Venezia Giulia, che ha sottolineato l'importanza di un giornalismo indipendente e testimone diretto degli eventi, di Vincenzo Varagonapresidente nazionale Ucsi, che ha parlato della scuola di Assisi, del laboratorio di idee di giovani giornalisti, e delle prospettive del giornalismo costruttivo, ormai molto diffuso in America, che si basa su un approccio orientato alle soluzioni piuttosto che ai problemi descritti nei fatti.

Giuseppe Delle Cave, giornalista, ha poi spiegato come, in un mondo in cui tutti si improvvisano giornalisti postando notizie e foto sui social, sia importante recuperare la dimensione della “notiziabilità“, cioè della rilevanza della notizia per la dimensione pubblica. Il problema del prossimo futuro, infatti, sarà la disinformazione e sempre più importante sarà la qualità e la libertà del giornalismo. L'esperienza umana, questa la conclusione, rimarrà fondamentale anche nel giornalismo del futuro, perché solo l'uomo è capace di dare un contesto alla notizia.

Renato Piccoli, giornalista di Rai Parlamento, infine, ha presentato il manifesto dei giovani dell'Ucsi, elaborato ad Assisi, per un giornalismo credibile dal titolo “Oltre le 5 W. 5W per un giornalismo responsabile”a garanzia del pluralismo e della corretta informazione.

Ha chiuso il lavoro Salvatore Di Salvosegretario nazionale UCSI, richiamando i giornalisti a recuperare il loro ruolo di sentinella.





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