Economia Finanza

Sul vertice Nato al via pesano le incognite della corsa alla Casa Bianca


WASHINGTON – Un vertice per rafforzare la Nato e la sua coesione in occasione del suo 75esimo compleanno. Per presentare un fronte unito davanti alla minaccia ora rappresentata anzitutto dalla Russia e dalla sua invasione dell'Ucraina, con Kiev che riceverà nuovi aiuti e sostegno. E uno sguardo rivolto anche oltre l'Atlantico, una partnership globale nel teatro asiatico e pacifico, evidente negli inviti a Washington e ad alleati quali Giappone, Corea del Sud, Nuova Zelanda e Australia.

È questa – al centro delle celebrazioni – l'agenda del vertice di tre giorni nella capitale americana che oggi vede il Presidente Joe Biden ospitare decine di leader internazionali.

Al centro il dramma di Kiev: in gioco vengono annunciati un “pacchetto” che comprende l'invio di nuovi sistemi di difesa antiaerea; un inedito centro di comando e logistica per coordinare al meglio le forniture di armamenti e l'addestramento delle forze armate ucraine; maggiore interoperabilità tra questi ultimi e la Nato; aiuti bellici minimi a Kiev da 43 miliardi di dollari in un anno; patti bilaterali di sicurezza. Verranno inoltre ribaditi i progressi per arrivare ad ammettere l'Ucraina nella Nato. «Mi aspetto che i leader concordino un piano sostanziale» ha detto alla vigilia il segretario generale uscente dell'organizzazione Jens Stoltenberg – sarà sostituito dall'ex premier olandese Mark Rutte a ottobre – definendo il supporto a Kiev «la missione più urgente». Ha aggiunto che la Nato prenderà in mano il «coordinamento di gran parte dell'assistenza internazionale alla sicurezza» e definirà l'insieme delle iniziative come «un ponte verso l'ingresso nella Nato» dell'Ucraina.

L'obiettivo del vertice è anche far emergere una maggiore cooperazione industriale tra gli alleati, superando concorrenza e tensioni, ritenuta indispensabile per migliorare capacità e produzione nella difesa, messa alla prova dall'economia di guerra di Mosca. Saranno sottolineati e stimolati gli aumenti collettivi degli investimenti militari, con 23 Paesi, quasi due terzi dei membri, che finora hanno tagliato l'annoso traguardo di una spesa pari al 2% del Pil. Il ruolo tradizionale degli Usa, oltre che di leader, di grande finanziatore della Nato ha alimentato un crescente risentimento nella politica statunitense.

L'Alleanza Atlantica ha adesso 32 membri, da 12 alla nascita nel 1949. Ma il suo sviluppo e l'evoluzione delle sfide geopolitiche – dalla Guerra Fredda ai Balcani, dal terrorismo e di nuovo alla Russia – hanno comportato scosse e cambiamenti: le recenti Le strategie dell'organizzazione, riviste l'anno scorso per la prima volta, potrebbero richiedere ulteriori forze, stimate tra centomila e 350.000 soldati (35-50 brigate), oltre a nuove difese aeree. La Nato ha al momento 500.000 truppe in stato di massima prontezza e di massima preparazione.



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