Il messaggio di Turetta a Cecchettin 9 mesi prima di ucciderla: “La laurea insieme o la vita è finita”
“Mettiti in testa… che o ci laureamo insieme o la vita è finita per entrambi”. Era l'inizio di febbraio del 2023, esattamente nove mesi prima che Giulia Cecchetti venne uccisa da Filippo Turetta con 75 coltellate in un parcheggio di Fossò. E Turetta la minacciava già con messaggi su whatsapp che, secondo gli investigatori, confermavano la sua “ossessione” di terminare gli studi nello stesso momento.
Mesi più avanti, Giulia aveva invece terminato gli studi, era a un passo da uno dei giorni più importanti della sua giovinezza, la laurea. E Turetta le ha tolto la vita.
Il messaggio emerge dall'analisi delle conversazioni recuperate dal cloud della giovane – il telefono di Giulia non è mai stato ritrovato – in questi giorni agli atti dell'inchiesta coordinata dalla procura di Venezia.
Con ogni probabilità il messaggio sarà uno degli elementi che saranno valutati nel processo in Corte d'Assise. Per il quale i tempi sono stati resi più rapidi dopo la decisione di Turetta di rinunciare all'udienza preliminare e di chiedere una perizia psichiatrica, a meno che non vi siano diverse intenzioni che emergono dal dibattito. Il ventiduenne di Torreglia, in provincia di Padova, dovrà rispondere delle accuse di omicidio volontario aggravato da premeditazione, crudeltà ed efferatezza, sequestro di persona, occultamento di cadavere e stalking.
Secondo gli inquirenti l'analisi delle conversazioni WhatsApp fornisce conferma di quanto riferito dai familiari e dagli amici di Giulia Cecchettin. E proprio la minaccia legata alla laurea viene ritenuta estremamente significativa.
Per familiari e amici, Turetta dice che se fosse stato sicuro di riconquistare Giulia. Dopo la separazione del marzo 2023 – emersa da un'informativa dei carabinieri – aveva contattato le persone più vicine al giovane “con la scusa” di capire che cosa non fosse andato nella sua relazione. Tutti però avevano avuto la sensazione che si fosse rivolto a loro cercando di “manipolarli” per creare una sorta di fronte comune, affinché Giulia riallacciasse il rapporto.
Secondo gli inquirenti, poi, durante la prima separazione emerse anche il tema dei gesti autolesionistici che Turetta avrebbe messo in atto qualora non fosse riuscito a tornare con la Cecchettin. Ritengono più opportuno un metodo per “piegare alla propria volontà” il giovane.