L’ora di una nuova musica per i cattolici nella democrazia

Sono risuonate note diverse nelle strade di Trieste dal 3 al 7 luglio, nei giorni della settimana sociale dei cattolici.

Come il grande concerto con Cocciante e Vecchioni, Amara, Cristicchi, che, il 4 luglio, hanno fatto cantare la piazza con i maggiori successi italiani.

Orchestra, spartito, sono parole chiave per spiegare il senso di un incontro dedicato “Al cuore della democrazia”.

E per intravedere le prospettive di un evento con cui la Chiesa cattolica scende in campo attraverso proposte che – nella ricchezza delle esperienze, dal volontariato al terzo settore, dall'impegno per il creato al servizio politico – esprimono l'urgenza di una rinnovata visibilità, nel segno della competenza e della passione per l'uomo e la donna che nasce dal Vangelo.

«Se nell'orchestra ci fossero solo i tromboni non avrebbero la melodia che nasce dall'accordo tra i diversi strumenti», ha semplificato il cardinale Matteo Zuppi.

Anche nella democrazia, si è detto, a ciascuno è richiesto di impegnarsi, studiare e portare il proprio contributo al bene comune. E, in una «democrazia sostanziale», ciascuno deve essere messo nelle condizioni di poterlo fare. Per questo, per dirla al presidente Mattarella, «non si può ricorrere a semplificazioni di sistema o restrizioni dei diritti “in nome del dovere di governare”. Una democrazia “di maggioranza” sarebbe, per definizione, una contraddizione insanabile, per la confusione tra strumenti di governo e tutela dell’effettiva condizione dei diritti e di libertà».

Dunque la Chiesa italiana sceglie di scrivere un nuovo “spartito”, seguendo con attenzione, da lontano, quegli uomini e quelle donne, provenienti dai più diversi territori e da diverse collocazioni politiche, i quali, formatisi nelle parrocchie, nei movimenti, nelle aggregazioni ecclesiastiche, sono impegnati in politica e non vogliono rompere il legame con la comunità cristiana, né essere più etichettati come “divisivi”. Una cinquantina era presente a Trieste, autoconvocata. Se ci eravamo già incontrati a maggio, ci ritroveremo in autunno.

Durante la settimana sono stati ospitati in consiglio regionale, si è presentata e hanno stilato una Carta in cui si assumono tre impegni concreti: continuare il lavoro di scambio e condivisione delle esperienze sui temi concreti legati al territorio, in una visione d'insieme nazionale, europea e internazionale; assumere i processi, gli obiettivi e i metodi che emergono da Trieste e declinarli nelle politiche territoriali, con particolare riferimento alla giustizia sociale e all’innovazione del welfare, alla sostenibilità ambientale, alla centralità delle famiglie e della scuola, all’accoglienza e all’integrazione, alla cura e alla valorizzazione degli strumenti di partecipazione alla vita democratica. Infine fare del magistero sociale di papa Francesco l'elemento unificante per l'impegno dei cattolici in politica.

All'incontro il presidente del Comitato della settimana, monsignor Luigi Renna, presente come osservatore, ha spiegato che «i cattolici non hanno un partito, ma uno spartito per suonare insieme».

Ed è ormai il momento di ascoltare nuova musica.