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Guided By Voices – Strut Of Kings


I trentacinque minuti di “Strut Of Kings” sono o meglio dovrebbero essere gli unici pubblicati da Guidati dalle voci nel 2024. Un album solista dunque, decisamente insolito per il super prolifico Pollard che ha ribadito l'esigenza, la necessità di focalizzarsi esclusivamente su un determinato gruppo di brani, questi undici, oltre ai suoi numerosi progetti paralleli (i Rip Van Winkle ad esempio con un EP “The Grand Rapids” uscito a febbraio).

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La decisione è destinata a far discutere e giudicata dal tono di alcune recensioni pubblicate soprattutto oltreoceano non sempre e pienamente condivisa, anche se i giudizi positivi ovviamente non mancano. D'altronde dopo l'incredibile, torrenziale numero di album post reunion questa era forse l'unica strada per mettersi alla prova: porsi dei limiti, rifinendo con cura ogni momento.

Sintesi è la parola d'ordine del disco. Nessuna rivoluzione né grandi sorprese ma una scelta di canzoni più radicali del solito. Un riassunto, un bignami di storie curiose alla Pollard (“Dear Onion”, la grintosa “Olympus Cock In Radiana”, “Cavemen Running Naked”) arrangiamenti concisi, essenziali ma non troppo, classiche chitarre che pungono distorte e melodiche, archi e fiati che entrano al momento giusto.

“Show Me The Castle” e “Fictional Environment Dream” in particolare suonano fresche, vivaci come “Serene King” e “Timing Voice” del resto o “Bicycle Garden”. Guidati dalle voci molto concentrati dunque, rinvigoriti anche nelle malinconiche “This Will Go On” e “Bit Of A Crunch” in un album compatto che si ascolta con piacere e non molte band con alle spalle quarant'anni di carriera (recentemente festeggiati) possono dire lo stesso.



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