Economia Finanza

Biden non molla: “Io il più qualificato per la Casa Bianca”. E Zelensky diventa Putin




Una settimana complessa quella che sta per chiudersi per Joe Bidenpadrone di casa del vertice Nato mentre aumenta esponenzialmente il numero di leader politici che lo vogliono fuori dalla corsa per la Casa Bianca: soprattutto dopo l'ennesima gaffe. Il Presidente degli Stati Uniti è inciampato in un lapsus quando, alla fine del suo breve intervento a conclusione del vertice Nato, ha annunciato di passare la parola al Presidente russo Vladimir Putinanzichè al Presidente ucraino Volodymyr Zelensky.”Signore e signori, il presidente Putin“. Mentre erano già partiti gli applausi. Biden si è poi fermato, si è rivolto al piatto e si è subito corretto, dicendo: “Mettere in? No, il presidente Zelensky è talmente concentrato su Putin, è quello di cui dobbiamo comunque preoccuparci“.

Strafalcioni a parte, alle 19.30 ora della costa orientalecon quasi un'ora di ritardo sulla tabella di marcia, il presidente Usa ha tenuto come previsto la sua prima conferenza stampa in solitaria dal novembre scorso.

Italiano: https://www.youtube.com/watch?v=4YF3ksozMBw

La guerra in Ucraina è stato il cuore dell'apertura del presidente Usa, che ha ricordato innanzitutto che l'intelligence Usa era stata la prima e l'unica ad avvertire il mondo di un'invasione imminente. L'apertura ha offerto al presidente la possibilità di sottolineare come sia Kiev che la Nato restino in piedi. “La Nato è più forte di quanto sia mai stata“, ha tuonato Biden, confermando il pieno sostegno contro l'invasione russa. Il discorso si è poi spostato immediatamente all'avversario Donald Trumpreo di aver dato del “genio” a Vladimir Putin: “Non mi inchinerò a Putin, manterrò l'alleanza forte” , ha annunciato Biden ribadendo la “sacralità” dell'articolo 5 del Trattato Nato. Per Biden l'America è ancora la “nazione indispensabile“-citando la compiantaMedeleine Albright-, nazione che”non può tirarsi indietro dal mondo, deve guidare il mondo“.
Fin dai primi minuti della conferenza stampa è stato abbastanza chiaro che quest'ultimo poco ha avuto a che fare con il vertice Nato in sé, trasformandosi in un gigantesco evento elettorale per a) mostrare la presenza mentale di Biden e sanare l'incidente di Atlanta; b) invitare gli elettori a sostenerlo. Nel farlo, il presidente ha messo in campo un tradizionale meccanismo di deresponsabilizzazione tipico dell'arte oratoria politica: “Il futuro della sicurezza americana è in mano agli americani” (che è un po' di John Kennedy, buona anima) e ancora “Ogni americano deve chiedersi: siamo più sicuri della Nato? La risposta è sì!“.

Lo show post del vertice Nato non ha mostrato un Biden carico a pallettoni, ma comunque un presidente carico e preparazioneimpeccabile su cifre, memoria e risposte, a parte qualche consueto inciampo. Così, elencando i propri meritiil presidente ha addirittura azzardato un lungo digressione che “Da Truman, passando per Reagan“fino al suo mandato ha contribuito a rendere l'America ciò che è oggi. Salvo poi trasformarsi nel disco rotto che ribadisce i dati positivi sull'inflazionesui posti di lavoro, la buona gestione -a suo dire- del confine meridionalela trattativa in Medio Oriente che, non più di sei settimane fa, lo ha portato a redigere quello che ormai conosciamo come “pianoforte Biden“. A questo proposito il presidente ha ribadito che la tendenza sembra essere “positiva”, senza aggiungere altri dettagli, tuttavia, sullo stato dell'arte delle trattative.

Il domande dei giornalisti sono l'occasione per ribadire questi concetti. Su un punto Biden continua a non rispondere, ovvero la possibilità di cedere il passo a La mia vita è bella. Infatti, al giornalista che lo ha incalzato sulle richieste dei leader dem ma anche sul ritiro di numerosi finanziatori (vedasi il caso di George Clooney), Biden ha ribadito di essere “la persona più qualificata“per battere Trump.”L'ho battuto e lo batterò ancora” è il motto dell'titolareche ha ripetuto più volte “continua a muoverti”esortando la sua campagna ad andare avanti. Al giornalista che gli ha chiesto dello svicolone su Zelensky/Putin e delle conseguenze della relativa figuraccia, Biden ha risposto sornione, ridicolizzando a sua volta la domanda, sottolineando come non ci sia mai stato un vertice Nato”così di successo“.

Alla domanda se pensi o meno ai tuoi eredità politicaBiden non ha risposto. Ha ribadito di voler pensare esclusivamente a completare il lavoro (il motto che aveva ripetuto insistendo al Discorso sullo Stato dell'Unione nel marzo scorso), quello che ben sedici premi Nobel (ci tiene a sottolineare il numero) hanno valutato come ottimo. Quanto a Kamala Harris e alla sua preparazione per potersi sedere nel bigliettoBiden ha ribadito che il suo vice si sta spendendo per numerose cause che lo rendono una persona qualificata, ragion per cui ha scelto il braccio destro.

Verso la fine della conferenza le domande sono più specifiche, soprattutto a proposito della guerra in Ucraina. Il tema del giorno, infatti, è ancora una volta quello dell'allenamento delle restrizioni sulle armi che potrebbero consentire a Kiev di colpire il territorio russo. Un punto che nelle ultime ore è stato caricato dal Segretario Nato di Jens Stoltenberg. Un'opzione che rientrerebbe nel quadro del diritto di autodifesa ucrainoha ribadito in conferenza stampa congiunta con il presidente ucraino Zelensky. Quest'ultimo ha fatto di tutto per convincere gli alleati a revocare tutte le restrizioni sugli attacchi ucraini su obiettivi situati all'interno del territorio russo. “Se vogliamo vincere, se vogliamo prevalere, se vogliamo salvare il nostro Paese e difenderlo, dobbiamo eliminare tutte le restrizioni“. Biden ha pensato di raffreddare gli animi sulla questione: l'allenamento ha avuto senso nei territori di confine, ma perde la ragione di essere altrove, come Mosca, ad esempio. “Che senso avrebbe?“, ha ribadito il presidente Usa.

La stampa, tuttavia, non ha inteso mollare il discorso elettorale. Una delle ultime domande dalla sala stampa, infatti, ha riguardato i timori europei circa un'eventuale vittoria di Trump ed eventuali “consigli” per i leader europei in caso di disimpegno Stati Uniti-Europa.”I miei alleati europei mi hanno detto di vincere” è la risposta lapidaria di Biden che ha rispolverato i progressi con Putin, arrivando fino al loro ultimo incontro a Ginevra con i dossier Ucraina, cybersecurity, Iran e Cina sul tavolo, prima della tempesta. Il riferimento dato è stato anche l'occasione per tirare fuori dal cilindro Xi Jinping. Qual è la temperatura delle relazioni con Pechino? Biden si è mostrato positivo, sottolineando l'inaugurazione di una linea diretta tra lui e Xi. E alla domanda se si potesse giungere a parlare con Putin, il presidente Usa ha ribadito che sarà necessario, un giorno, perché ora non si ha ragione di parlare con il Cremlino. “Se gli lasceremo avere successo in Ucraina non si fermeranno“.

Ultimo, ma non per importanzal'annoso tema dei “controlli neurologici“. Il presidente ha ribadito il buono stato della propria salute mentale, ribadendo di aver fatto almeno tre controlli neurologici che confermano il suo ottimo stato di saluto. Ma ha anche tirato in ballo nuovamente il tema del “un test ogni giorno“, riferendosi all'intervista andata in onda su Notizie ABCin cui ha ribadito di effettuare un test neurologico al giorno semplicemente facendo il proprio mestiere. Tuttavia, nel test futuro, si è dimostrato possibile che gli venisse chiesto di rendere pubblici i risultati.

Quanto alla possibilità di fare un passo indietro, in quanto Harris avrebbe ottime possibilità di battere Trump, Biden ha abbassato la voce e ha ribadito con calma: “Nessun sondaggio lo dice!“, lasciando definitivamente il palco.



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