Music

Massive Attack – Live @ Piazza Sordello (Mantova, 13/07/2024)


Credito: Enrico Sciarrone

di Enrico Sciarrone

Ripartiamo da dove ci eravamo lasciati cinque anni fa. Da quel senso di smarrimento e disorientamento che si è presentato tra il pubblico della Kioene Arena di Padova nel 2019 (ultimo tour della band) dopo un'esibizione intensa, forte e ricca, come sempre, anche di contenuti e di spunti di riflessione conclusi con un video sparato sullo schermo al buio che invita a lasciare alle spalle i fantasmi e a pensare di costruire il futuro. Parole quasi profetiche a ripensarci oggi, con tutto quello che è accaduto nel corso di questi anni, con un presente avvolto da crescenti tensioni internazionali e un futuro sempre più a tinte fosche. Ritrovarsi con i Attacco massiccio non è solo un'esperienza musicale unica di altissimo livello, tra tante certezze e punti fermi, poche novità e qualche delusione ma anche un'occasione per ripercorrere una sorta di viaggio tra passato e presente per comprendere le evoluzioni interne, i cambiamenti e gli accadimenti non solo musicali ma anche sociali e politici dell'ultimo ventennio fino ai giorni nostri e quanto hanno inciso in tutti noi e nel nostro modo di vivere. Un confronto temporalesco quindi non solo di suoni ma anche di immagini attraverso una performance di arte visiva straordinaria per intensità e potenza evocativa che fa riflettere e pensare.

Questa volta non si è celebrata alcuna ricorrenza d'uscita, la dimensione rigorosamente festivaliera del tour europeo dei Massiccio purtroppo non è prevista la proposta di brani di nuova produzione, si è andati verso una performance ben costruita e delineata che ha attinto a mani basse su un repertorio eterogeneo che tocca le vette più alte dei punti creativi della band senza tralasciare chicche e inediti che hanno entusiasmato il numerosissimo pubblico presente all'evento, sold out nella splendida cornice monumentale di Piazza Sordello nel centro storico di Mantova. E come tutte le esperienze che ripartono, dopo un periodo di assenza, è stata sicuramente un'occasione per una sorta di aggiornamento sullo stato di salute della band ormai saldamente in mano ai superstiti 3D. e Papà G che coaudivati ​​da un consolidato gruppo di strumentisti,tra cui anche Scaltrohanno riaffermato (caso mai ce ne fosse bisogno) con una performance straordinaria, perfetta, senza quasi sbavature (fatta eccezione per un suono non perfetto in un paio di episodi come “Hym of the Big Wheel” e “Take it There” durante i quali gli affreschi e le intonazioni del Palazzo Ducale ne avranno risentito) in alcune parti volutamente caotica nella parte ritmica e nella distorsione cupa e oscura delle chitarre elettriche, in altre parti subliminali, visionari ed eterei, la loro progenitura verso un genere come il trip hop, sempre vivo e attuale e mai autocompiacente.

Detto che anche in questa occasione è stato l'album “Mezzanine” a farla da padrone con una riproposizione corposa (con ben 6 tracce tra cui l'iniziale “Risingson” e il rabbioso finale “Group Four”), rimarrà nei nostri cuori e nelle menti l'inossidabile figura di Orazio Andyleggenda del reggae giamaicano, e la sua voce unica senza tempo in “Girl I love you” dall'album “Heligoland ed Angel”, una straordinaria Deborah Miller a fare egregiamente le cose di Shara Nelson nella riproposizione di due dei tre due brani tratti dall'album d'esordio, “Safe from Harm” e “Unfinished Sympathy”, i nuovi sodali del gruppo gli Giovani Padri (recensiti in Agosto su queste pagine in occasione dello Ypsigirock 2023), che nel riproporre il brano “Voodoo in my blood”, si sono ritagliati un piccolo set di un paio di canzoni abbastanza interessanti, una monumentale “Karmacorma”, gli immancabili omaggi e cover a gruppi ispiratori Ultravox e il compianto Avicii ma soprattutto una ispiratissima Elisabetta Frazercapace di distillare perle di assoluta intensità emotiva con i capolavori “Black Milk” e “Teardrop” e raggiungendo l'apogeo della serata (a mio modesto parere) con la riproposizione struggente della cover di Jeff Buckley “Canto alla Sirena” (già da lei immortalata nel capolavoro dei Questa spirale mortale “It 'll in tears”), il tutto, e non è affatto secondario dirlo vista l'importanza nel contesto del concerto, su un tappeto di immagini fatte di recente crudeltà, efferatezze e dolore nei vari scenari di guerra a suggerire il messaggio di forte impegno sociale dei MAforse il vero tema dominante della serata.

Non c'è spazio per altro, dopo circa due ore dallo show si chiude, si può bastare così.



Source link

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *