Economia Finanza

L’Argentina di Milei gioca la carta del maxi condono fiscale


Entra in un labirinto borghesiano. L'Argentina di Javier Milei avanza e retrocede, esulta e si dispera. Un Paese in ginocchio con indici di povertà superiore al 50%, un settore industriale distrutto da governi irresponsabili, peronisti e liberisti. E un sistema finanziario sorretto da continue iniezioni di liquidità erogate dal Fondo monetario internazionale. La società spaccata in due: poveri e classe media contro “el Leon” (uno dei soprannomi del presidente Milei); finanza, banche e una parte dell'imprenditoria, un favore. L'agrobusiness, potentissimo, dà e toglie appoggio al presidente. A corrente alternata.
L'ultima mossa politico-mediatica di Milei è il maxi condono. Entra in vigore un ampio condono fiscale con l'obiettivo di incamerare almeno 2 miliardi di dollari non dichiarati e consolidare le ancora fragili finanze dello Stato.

Il Patto fiscale.

Lo chiamano così i tecnici del ministero dell'Economia, guidati da Luis Caputo. El “blanqueo”, dicono gli avversari. Come funziona? E' un condono a costo zero di somme fino a 100 mila dollari a condizione che rimanereno depositate nel sistema bancario o investite in titoli di Stato fino al 31 dicembre del 2025. Per i patrimoni che superano i 100mila dollari e senza un tetto massimo prestabilito , è stata stabilita un'aliquota del 5% che rimarrà in vigore fino al 30 settembre del 2024. Chi aderirà dopo il 30 settembre e fino al 31 dicembre del 2024 pagherà invece un'aliquota del 10% che aumenterà al 15% in caso di adesione nel periodo compreso tra il primo gennaio e il 31 marzo 2025, data di scadenza del Patto Fiscale.

Chi aderirà al Pacto Fiscal beneficerà di un esonero da ogni azione civile e per infrazioni fiscali, valutarie, doganali e amministrative; estinzione delle azioni penali, tranne quelle avviate da soggetti lesi; e la non applicazione della figura di aumento di capitale ingiustificato». Un'operazione spericolata – secondo la maggior parte degli analisti, anche tra quelli de La Nacion, il principale quotidiano conservatore del Paese – che dovrebbe però consentire un aumento del gettito fiscale pari allo 0,3% del Pil ed equivalente a circa 2 miliardi di dollari. Il maxi condono rallegra chi potrà rimpatriare una parte dei propri capitali dall'Uruguay, piccolo Paese confinante, per lungo tempo denominato la “Svizzera del Sud America”.

Oppure da Panama, altro Paradiso fiscale prediletto dagli operatori della finanza argentina. Le critiche più dure al condono, di cui si parlava da tempo, erano già state anticipate dall'Aaj (Associazione americana de Juristas): “disattese le best practices” , “ alto rischio di incremento di operazioni di riciclaggio di denaro”. E pericolo di trasformazione dell'Argentina in un narco-stato”.

L'FMI ​​peggiora le stagioni 2024

Intanto il Fondo monetario internazionale ha corretto al ribasso le previsioni sulla caduta del Pil in Argentina nel 2024 portandole dal -2,8% stimato ad aprile all'attuale -3,5%. E' quanto si legge nell'ultimo aggiornamento del World Economic Outlook dove peraltro viene prevista una crescita del 5% nel 2025. “Il programma fiscale e monetario è sulla buona strada per tenere sotto controllo l'aumento, ma ha avuto un impatto sull' attività perché c'è meno spesa pubblica e le condizioni monetarie si sono inasprite”, ha precisato lo staff del Fondo in una conferenza. La ripresa economica, si evidenzia inoltre, potrebbe iniziare già nei prossimi mesi, “con il recupero della fiducia e la crescita dei salari reali”. Il mese scorso l'Fmi ha concluso l'ottava revisione del programma di aiuti da 45 miliardi di dollari dando il via libera ad un ultimo esborso di circa 800 milioni. Il rallentamento della corsa dei prezzi registrato nelle ultime settimane è un prodromo positivo. Difficile prevedere quanto il dramma dei tagli sociali sarà compatibile con la politica economica del Leon Milei.



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