Istruzione

Gavosto: “Le ragazze studiano di più, ma il lavoro premia ancora i maschi” – Orizzonte Scuola Notizie


In un'intervista a Il Messaggero, Andrea Gavosto, direttore della Fondazione Agnelli, lancia un grido d'allarme sul sistema scolastico italiano, incapace di colmare il diverso sociale e di offrire reali opportunità ai giovani.

Secondo Gavosto, l'istruzione in Italia non funziona come ascensore sociale. Il problema principale si presenta al momento della scelta della scuola superiore, dove il peso dell'ambiente familiare è determinante: “Un ragazzo su 4, con genitori non laureati né diplomati, abbandona gli studi. Solo uno su dieci può sperare di laurearsi”.

Orientamento e percorsi professionalizzanti: le sfide da affrontare

Per Gavosto, la soluzione sta in un orientamento scolastico più efficace, capace di valorizzare le attitudini individuali e non le aspettative familiari. Inoltre, è necessario potenziare i percorsi di formazione professionale, come gli Its (Istituti tecnici superiori), ancora poco diffusi in Italia.

“Gli its offrono competenze pratiche e professionalizzanti, ma sono ancora un fenomeno di nicchia”afferma Gavosto, sottolineando come l'Italia sia lontana dall'obiettivo europeo del 45% di laureati tra i giovani.

Mercato del lavoro: la laurea resta una garanzia, ma serve attenzione alle competenze

Nonostante le difficoltà, Gavosto riconosce l'importanza della laurea come strumento di protezione dalla disoccupazione. Tuttavia, sottolinea la necessità di un maggiore allineamento tra le competenze acquisite durante gli studi e le richieste del mercato del lavoro.

Divario di genere: le ragazze studiano di più, ma sono penalizzate nel mondo del lavoro

Un altro tema cruciale è il diverso di genere. Nonostante le ragazze studino di più dei ragazzi, permangono disparità nel mondo del lavoro, soprattutto nelle materie Stem (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica).

Una buona notizia: i Neet in calo

Infine, Gavosto accoglie con favore il calo dei Neet (giovani che non studiano e non lavorano), un segnale incoraggiante per il futuro del Paese.



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