Economia Finanza

Cina, la sforbiciata di 10 punti base al prime rate non convince i mercati


Non è bastata la mossa della Banca centrale lunedì scorso per offrire al sistema interbancario un cuscinetto in caso di scompensi a luglio nel mese del pagamento delle tasse; ben 93 miliardi di dollari liquidità, ai massimi da gennaio, con operazioni reverse repo. Nè l'annuncio di un mega-bond un anno nel calendario il prossimo 24 luglio. L'economia cinese resta fragile, perfino il Terzo Plenum appena concluso sembra averlo ammesso, così una settimana dopo la Banca centrale taglia i tassi di interesse alla clientela top portandoli a nuovi minimi in occasione del rituale Fixing di luglio ei pronti contro termine.

La sforbiciata

Oggetto della manovra di inizio settimana alla scadenza mensile fissata circa due anni fa, i prestiti a 1 anno (LPR) alla clientela privilegiata, ridotti di 10 punti base al 3,35% mentre quelli a 5 anni sono stati portati al 3,85% (-0,1%).

Un'ora prima la Banca aveva tagliato il tasso sui pronti contro termine a 7 giorni dall'1,8% all'1,7%, il primo da un anno a questa parte. Il costo del denaro viene così Limato per aiutare – si spera – un'economia dalla crescita fragile.

«La decisione serve per ottimizzare il funzionamento del mercato aperto e aumentare il sostegno finanziario all'economia», ha spiegato infatti la Banca centrale in un comunicato.

Non è detto che nel Paese, tra i grandi della terra, che ha imboccato decisamente il taglio piuttosto che l'aumento dei tassi questo stimolo funzioni. La questione della crescita cinese è ormai un problema di fiducia molto profondo.



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