Specializzazioni mediche: le più redditizie e la fuga dei giovani medici
Tra le scuole con le maggiori criticità, spiccano in particolare quelle dell'area chirurgica e dei servizi clinici”, avverte nel suo recente rapporto sulla formazione medica l'Anvur, l'Agenzia nazionale per la valutazione del sistema universitario e della ricerca.
E così a esempio su 718 posti disponibili l'anno scorso per Chirurgia generale ne sono stati coperti solo 278 (il 38,7%), oppure delle 898 borse per la scuola di emergenza urgenza (quella che forma i medici per i pronto soccorso) ne sono stati utilizzati dagli specializzandi solo 225 (il 25,1%). Ma anche una branca importante come anestesia e rianimazione con solo 753 posti coperti a fronte di 1567 borse di specializzazione (48,1%).
Le peggiori performance – anche se qui i posti sono di meno – riguardano specialità come medicina delle cure primarie (solo il 10,1% posti coperti), radioterapia (10,7%) oppure farmacologia e tossicologia (8,2%).
Al contrario fanno il pieno specialità come chirurgia plastica (135 posti su 136), oftalmologia (253 su 258), dermatologia (156 su 157) e ginecologia ostetrica (510 su 567).
Un trend questo che rischia di ripetersi anche quest'anno quando da settembre cominceranno a scorrere le graduatorie per entrare nelle varie scuole dopo il concorso di oggi che dovrà tenere conto delle preferenze dei giovani medici: «E praticamente certo che si ripeterà questo fenomeno con un numero simile di contratti che andranno persi. Per due motivi: innanzitutto le specialità non sono attrattive perché gli specialisti non sono inquadrati come professionisti ma come studenti», avverte Giammaria Liuzzi responsabile di Anaaaa giovani che ricorda anche come uno specializzando riceveva dalla borsa circa 1.700 euro mensili e per questo «serve una svolta come l'introduzione di un vero contratto di formazione».