Istruzione

Debiti scolastici, un'occasione di crescita o una condanna? Il pedagogista: “Giudizio sospeso? No, occasione di crescita!” – Orizzonte Scuola Notizie


Con la fine dell'anno scolastico, molti studenti si trovano a fare i conti con i debiti formativi. Tra la spensieratezza estiva si insinuano compiti e studio per colmare le lacune si accumulano durante l'anno. Ma come possono i genitori accompagnare i figli in questo percorso senza sostituirsi a loro?

UN Pagina dei fanil pedagogista Luca Frusciello invita i genitori a riflettere sul vero significato del debito scolastico, sottolineando l'importanza di non “salvare” i figli dalle conseguenze delle loro azioni: “Se i ragazzi non studiano in estate, a settembre verranno bocciati, e anche questa sarà per loro un'esperienza formativa”.

Il ruolo della scuola e dei genitori

Frusciello chiarisce che il compito di spiegare il significato del debito spetta alla scuola, in quanto conseguenza diretta di un percorso scolastico non soddisfacente. I genitori, dal canto loro, possono aiutare i figli a gestire il tempo dedicato allo studio, senza però sostituirsi a loro nell'impegno e nella responsabilità.

“Giudizio sospeso”: un termine ambiguo

Il pedagogista critica l'espressione “giudizio sospeso”, giudicandola poco educativa perché non trasmette il valore formativo del debito. Il rischio è che venga percepito come una semplice posticipazione della valutazione, senza cogliere l'opportunità di apprendimento che rappresenta.

L'importanza della calendarizzazione

Per evitare di “stare addosso” ai figli, Frusciello suggerisce di aiutarli ad organizzare il tempo dedicato allo studio durante l'estate. I ragazzi, infatti, hanno spesso una percezione del tempo diversa dagli adulti, tendendo a sottovalutare la rapidità con cui i mesi estivi possono trascorrere.

La bocciatura come esperienza formativa

Se, nonostante il tempo a disposizione, il ragazzo si dimostra refrario allo studio, la bocciatura non deve essere vista come uno spauracchio, ma come una naturale conseguenza della sua superficialità. “Le scuole sono disposte ad aiutare chi i ragazzi in difficoltà, se mostrano di tenerci”conclude Frusciello, “altrimenti la superficialità porta alla bocciatura, che non è uno spauracchio ma un'esperienza comunque formativa”.



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