Martinenghi, l’oro e di nuovo i (cinque) cerchi sulla schiena: cosa è la coppettazione che piace ai nuotatori olimpici
Sulla pelle (degli atleti). Appuntamento con i cinque cerchi, sì ma sul corpo. Arriva l'Olimpiade, c'è il nuoto, e arriva puntuale la domanda: cosa sono quei segni? Lividi? Macchie? È una domanda che spunta ogni 4 anni dal 2016, da quando Michael Phelps, il signore del nuoto, a Rio si è presentato con quegli antiestetici cerchi neri su spalle, pettorali e addominali. Li aveva Paltrinieri a Londra, li aveva Martinenghila nostra rana d'oro.
Ma allora servire a qualcosa? E torniamo alla domanda: cosa sono? È un dubbio lecito che si presenta ogni quadriennio. Sono i segni della coppettazione, una pratica mutuata dalla medicina cinese, come l'agopuntura, non ha alcuna base scientifica, non è riconosciuta dalla medicina tradizionale, fa parte di quelle terapie che l'Oms definisce complementari. Chi la pratica sostiene che abbia effetti antidolorifici: tecnicamente, infatti, si tratta di una terapia antalgica che abbassa la percezione del dolore. Scioglie rapidamente le tensioni muscolari esercitando una pressione sulla cute attraverso delle “coppette” di vetro (o di plastica usa e getta). Il beneficio arriverà grazie al miglioramento della circolazione sanguigna nelle zone trattate, ma non sono stati mai prodotti prove sull'efficacia del trattamento.
È una pratica che non ha grandi controindicazioni: se quindi ha solo effetti placebo o produce effettivamente piccoli sollievi, non dà almeno problemi, anche se i medici avvertono che può comunque portare a conseguenze e non sempre di lieve entità: rottura di vasi sanguigni, dolore , ematomi, emorragie, infezioni. Sono stati facendo numerosi studi, e si è giunti alla conclusione che le prove sono troppo deboli per avere una certezza dell'utilità di questa pratica. E si invita alla cautela, nessuno resta abbagliato dall'oro (olimpico). Perché l'importante non è il livido.
