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Khelif, pugile transgender: ai Mondiali l’hanno esclusa, domani combatte contro Angela Carini


Un anno fa nella competizione iridata non aveva potuto combattere, ma il Cio dopo aver verificato i livelli ormonali ha dato l'ok e affronterà l'azzurra agli ottavi. Il Coni si è attivato per garantire la regolarità, la Federazione tace e attende, Salvini si indigna e la Lega chiede ad Abodi di riferire

Dalla nostra inviata Elisabetta Esposito

31 luglio – 12:56 – PARIGI

Alla vigilia del match degli ottavi dei welter tra Angela Carini e l'algerina Imane Khelif a Parigi monta il caso. Khelif è un'atleta transgender e fin qui non c'è nulla che possa far sussultare, ha diritto a prendere parte alle competizioni come donna, visto che ha superato i test d'idoneità di genere, noti come test di verifica del sesso. Ma quello che sta facendo discutere è che la pugile nordafricana, 25 anni, lo scorso anno era stata esclusa dalla finale dei Mondiali di pugilato proprio per aver fallito la verifica ormonale. Un anno fa no, quest'anno sì. E lo stesso vale per la taiwanese Lin Yu-tin, esclusa dai Mondiali, che il 2 agosto affronterà l'uzbeka Turdibekova. Il Cio, dopo gli ultimi esami, ha appurato che i parametri richiesti sono cambiati e le ha ammesse entrambe al torneo come donne.

il cono

Nei giorni scorsi pure il presidente del Coni Giovanni Malagò, si era mosso per avere un quadro ampio e oggettivo della situazione: “Il Cio ci ha assicurato che sono state fatte verifiche ormonali e scientifiche e che pertanto Imane Khelif può gareggiare da donna”. E in una nota del mattino appare sul sito del Comitato olimpico si legge: “Il Coni si è attivato col Cio affinché i diritti di tutti gli atleti e le atlete siano conformi alla Carta Olimpica e ai regolamenti sanitari”. Di fatto un passaggio formale non scontato.

Angela Attende

Il presidente della Federboxe D'Ambrosi al momento non commenta, preferisce un pacato e responsabile silenzio istituzionale. Così come Angela Carini, concentrata soltanto sul suo match di debutto olimpico. Parleranno dopo la gara, anche alla luce di come andrà. Di certo c'è preoccupazione. Nessuno è contrario all'inclusione di atlete trans, ma nel caso di disciplina di contatto come il pugilato la Federazione teme che – per quanto venga abbassato il livello di testosterone – la forza resta comunque diversa da quella di una persona nata donna. Idea rafforzata dall'esclusione ai Mondiali decisa dall'International Boxing Association.

Angela Carini

la reazione dei politici

Intanto cresce la polemica politica. Il ministro delle Infrastrutture Salvini ha già twittato: “Pugile trans dell'Algeria – bandito dai mondiali di boxe – può partecipare alle Olimpiadi e affronterà la nostra Angela Carini. Un'atleta messicana che l'aveva affrontata ha dichiarato: 'I colpi suoi mi hanno fatto molto male, non credo di essermi mai sentita così nei miei 13 anni da pugile, nemmeno combattendo contro sparring partner uomini'. Uno schiaffo all'etica dello sport e alla credibilità delle Olimpiadi”. E stamattina il deputato della Lega Rossano Sasso, capogruppo in commissione Cultura, Scienza, Sport e Istruzione, ha chiesto “un'informativa urgente del ministro dello Sport perché per noi non contano gli slogan, ma la vera tutela dei diritti delle donne”. Il ministro Abodi, a Parigi da due giorni, ieri ha detto: “In una competizione di questo tipo si deve garantire la salute e l'integrità fisica degli atleti, quindi è stupefacente non tenere conto di una situazione oggettiva”.





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