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Intelligenza artificiale tra minacce e opportunità: “Servono regole. Il lavoro non morirà ma più spazio ai filosofi”


Non sarà un'apocalisse, ma bisogna munirsi di 'anticorpi'. Perché le sfide dell'intelligenza artificiale impongono regole chiare ed efficaci. Quanto al mercato del lavoro, sarà in grado di essere liquido e resiliente, con qualche profonda rivoluzione, in parte già in atto.

A “Repubblica delle Idee” il tema trasversale dell'IA torna ad animare il dibattito: nella cornice del Teatro di Corte, è Riccardo Luna – direttore di Italian Tech, il nuovo portale dedicato a tecnologia e innovazione dei quotidiani Repubblica e Stampa – a condurre un focus sul tema.

Annunciando l'approvazione alla Camera dei Deputati, martedì prossimo, del disegno di legge sull'AI. Un testo che si scrivebbe di 25 articoli e che prevede, tra l'altro, l'aggravante per AI al fisco automatizzato, bollini anti-deepfake e fondi dedicati, circa 150 milioni di euro.Assegnando i ruoli di sorveglianza e controllo a Agid e Acn, espressioni direttamente legate al governo: una scelta che lascia perplessi chi vorrebbe che il compito spetti, invece, a una autorità indipendente.

Con Luna hanno dialogato Paolo Benanticonsigliere di Papa Francesco proprio sui temi dell'intelligenza artificiale e dell'etica della tecnologia, docente di robotica e etica digitale alla Pontificia Università Gregoriana, ed Anna Ascani, vicepresidente della Camera dei deputati. Che ha rilanciato, dal palco, proprio la necessità inderogabile di “regolamentare l'intelligenza artificiale. Sono convinto che l'IA rappresenti un'opportunità straordinaria per migliorare diverse attività umane in più ambizioni, ma per evitare pericoli concreti questa grande opportunità deve essere governata, in modo da minimizzare i rischi e massimizzare i benefici per i cittadini. Una necessità – ha aggiunto – rimarcata anche dagli stessi giocatore mondiali coinvolti, che ho incontrato sia a Montecitorio che nella Silicon Valley: se da un lato il messaggio lanciato alla politica è di evitare troppe regole che imbriglino la ricerca, dall'altro emerge una preoccupazione per l'incognita del punto d'arrivo. Su questa metaforica autostrada, insomma, occorrono dei guardrail. Non sono apocalittica, ma ci sono attori che hanno interessi privati ​​forti e noi, da democratici, riteniamo che Europa, Usa e Cina debbano mettere alcuni 'paletti'”.

“Il pericolo non è nello strumento, ma in chi lo usa”

“Nei giorni scorsi – ha ricordato Luna – 250 artisti e cantautori hanno firmato una lettera aperta per protestare contro l'uso irresponsabile dell'intelligenza artificiale generativa, considerandolo un assalto alla creatività umana che deve essere fermato”.

“La questione è naturalmente legata al potenziale uso sbagliato, da un punto di vista etico, di uno strumento che di per sé è neutro, come la clava che diventa arma. – ha detto Benanti – E dunque dobbiamo interrogarci su quanto le intelligenze artificiali possano 'hackerare' il nostro sistema operativo, influenzando per esempio sulla nostra capacità di inventare, esprimerci, creare. Senza dimenticare che l'IA ha accelerato processi importanti, come la creazione del vaccino anti-Covid ed è oggi funzionale ai progressi nella lotta ai tumori. Certo, non possiamo imporle di non contribuire alla creazione di armi biologiche e dunque dobbiamo essere consapevoli che diffondere strumenti, per altro open source, in un mondo pieno di potenziali cattivi apre a scenari di pericolo molto complessi, di fronte ai quali bisogna costruire solidi argini” .

Largo ai filosofi

Riccardo Luna, in un parlare molto ritmato che ha appassionato il pubblico, ha più volte sollecitato i relatori sul tema distopico di una fine del mondo innescata dalla tecnologia. “C'è davvero da interrogarsi sui rischi dell'IA, se anche Elon Musk ammonisce sulla possibilità che il mondo vada fuori controllo”. “C'è l'idea che l'IA vada a coprire i lavori ripetitivi, migliorando la nostra vita. – ha sottolineato Ascani – Ma in realtà è sui lavori creativi che sta incidendo e inciderà sempre più, minacciando alcune figure professionali, come nel campo della grafica e del marketing. Ecco, allora quel che chiederà il mercato è figura in grado di porre le domande giuste, perfezionando l'output finale: assisteremo alla rivincita dei filosofi nell'epoca degli ingegneri”.



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