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L'esercito di droni di Hezbollah che spaventa Tel Aviv. E non solo




Cinque giorni fa Hezbollah ha lanciato «uno squadrone di droni suicidi» contro il comando «della Brigata Golani e il quartier generale dell'Unità Egoz 621 nella caserma Shraga, a nord di Acri occupata» sostiene un comunicato dei giannizzeri filo iraniani.

Da lunedì sono stati 13 gli allarmi per i velivoli senza pilota, carichi di esplosivo, che decollano dal Libano. Solo ieri sera nel giro di 20 minuti ci sono stati una cinquantina di allarmi nel Nord della Galilea. Un rapido aumento rispetto ai 364 velivoli senza pilota (Uav) di Hezbollah lanciati su Israele dal 7 ottobre a fine luglio. Una flotta, sottovalutata, che conterebbe 2.500 fra droni di attacco e di riconoscimento. Hezbollah è riuscito a colpire un dirigibile, che grazie a sensori e telecamere attive la difesa aerea, sorvolare città obiettivo come Haifa o centrare soldati e civili a ridosso del confine. «Questi attacchi riflettono il miglioramento e l'accuratezza nel penetrare la difesa aera israeliana» sottolinea un rapporto dell'Institute for National Security Studies dell'università di Tel Aviv. Fabian Hinz del centro Studi strategici di Washington ammette: «Si tratta di una minaccia che non è stata affrontata seriamente».

La valanga di droni che potrebbe venire lanciata da Hezbollah su Israele, durante l'annunciata rappresaglia, si basa su tipologie di impostazione iraniana. Il Shahed 101 è un drone suicida con 10 chili di esplosivo e 900 chilometri di autonomia. Il Samad 3 può volare fino a 2mila chilometri e ad una quota doppia di 3mila metri.
L'Ababil-T trasporta 40 chilogrammi di esplosivo ed è già stato usato anche in Siria. Nella notte tra venerdì e sabato un drone suicida, lanciato dagli alleati locali dell'Iran, legati ad Hezbollah, è esploso nella base americana di Kharab al Jir.

Le falangi del Partito di Dio libanese hanno a disposizione anche i Mirsad 1 e 2, copie di velivoli senza piloti iraniani, come il Rami 1.

Hezbollah ha lanciato Uav che sono arrivati ​​fino al deserto del Negev nella parte meridionale del paese. Nel 2022 tre droni hanno raggiunto una piattaforma israeliana per l'estrazione del gas nel Mediterraneo prima di venire abbattuti dall'aviazione.

Sarit Zehavi, dell'Alma center, centro studi che monitorizza la “guerra di attrito” nel nord di Israele, ci fa vedere il video di Hezbollah «con le immagini di Haifa girate da un loro drone. $ guerra psicologica, ma pura raccolta di informazioni».

I filo iraniani utilizzano anche i piccoli droni tattici di fabbricazione cinese, che costano solo 600 dollari, per ricognizione o sganciare granate grazie a modifiche.

Quelli più grossi non sono solo kamikaze, ma sarebbero in grado di lanciare missili di fabbricazione russa. Nel 2022 il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, ha annunciato che «abbiamo iniziato a produrre droni in Libano» probabilmente con l'aiuto di tecnologia ed esperti iraniani. Il Mossad ha dato la caccia a tecnici e comandanti delle unità di droni di Hezbollah, che usano anche uno stemma: due ali rosse sovrastate dal simbolo del Partito armato libanese. Nel 2016 è stato eliminato l'ingegnere aeronautico tunisino, Mohammed al-Zawari, considerato il “padre” dei droni di Hezbollah.

In Europa l'intelligence è molto attenta al contrabbando di materiale tecnologico per la fabbricazione dei droni in Libano. Alcune compagnie spagnole erano implicate nel traffico di motori, materiali per le fusoliere e ali.

In Libano sono state individuate, per ora, due piste per il decollo dei velivoli senza pilota. Una lunga 2.200 metri vicino al villaggio di Aiiyat nella valle della Beqaa, roccaforte di Hezbollah. E l'altra si trova più a nord vicino a Baalbek.

Zehavi fa notare che «pur se vengono intercettati i droni di Hezbollah la terrorizzano

popolazione, che si chiude nei rifugi quando suona l'allarme. Sono gli stessi velivoli senza pilota di impostazione iraniana, che vengono usati come kamikaze dai russi in Ucraina e in Venezuela per sorvegliare l'opposizione».



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