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La doppia vita della Citroen Axel, il progetto adottato dai romeni


La piccola utilitaria costruita a Craiova si caratterizzò per un'ottima resistenza meccanica ma l'obsolescenza del progetto la “condannò” ad uno scarso successo commerciale sui mercati europei

Nico Patrizi

11 agosto – 11:55 – MILANO

L'impegno della Citroën nel settore delle super utilitarie, oltre a portare alla nascita di mezzi di successo sui mercati europei quali la LNA-Italiano e la Visaha avuto una inaspettata “appendice” anche nell'Europa dell'Est. Accadde nei primi anni Ottanta, quando la casa francese strinse un accordo con il governo della Romania per la realizzazione di una autovettura a basso costo che facesse da contraltare alla Aroil celebre fuoristrada prodotto a Campulunc. Nacque così a Craiova la Oltcitindustria il cui nome è una crasi tra il fiume Olt ed appunto il nome Citroen. La produzione fu avviata nel 1982 con i primi esemplari di una utilitaria “dalla doppia vita”: la Club di Oltcitvenduto in Europa come Citroën Axel.

UN PROGETTO DATI

La Club/Axel era di fatto la “erede” della vecchia Amico 8 e derivava da un antico progetto concepito già negli anni Settanta, il Progetto Y di Robert Opron basato sulla piattaforma della Fiat 127. La Citroen accantonò il progetto dopo la fusione con Peugeotdecidendo di usare come base per la LN e la Lna la stessa piattaforma della Peugeot 104 e della Samba di Talbot. Tuttavia, alcune linee del Projet Y sarebbero state utilizzate come riferimento per la creazione della Citroën Visae nei primi anni Ottanta il progetto fu riciclato totalmente per la creazione della Club. La somiglianza estetica tra Axel/Club e Visa era notevolesoprattutto a livello di linee di fidanzata, passaruota posteriori e frontale. Le principali differenze erano nel tipo di carrozzeria, con la Visa a cinque porte e il Club/Axel a tre porteInoltre, Axel aveva una fanaleria posteriore verticalediametralmente opposta a quella della “cugina”.

UNA MECCANICA ROBUSTA

Come da tradizione Citroen, la meccanica è stata un notevole punto di forza di questa vettura: questa piccola utilitaria fu in grado di macinare decine di migliaia di chilometri senza alcuna faticarichiedendo solo i classici interventi di routine. Alcune riviste specializzate sottopongono la Axel a massacranti test a cofano sigillato che ne confermano l'incredibile resistenza alla fatica. La Axel è stata venduta in Europa con due motorizzazioni quattro cilindri Boxer da 1.129 e da 1.299 centimetri cubicimentre il Club disponeva anche di un motore bicilindrico da 652 centimetri cubici riciclato dalla Lna. In tutti i casi il raffreddamento era ad aria. Il cambio era invece “ereditato” dalla Citroën GS.

SCARSO SUCCESSO DI VENDITE

L'obsolescenza del progetto, già vecchio di oltre dieci anni al momento del suo lancioe la concorrenza interna con la Visa furono esiziali per le chance della Axel. Pur raccogliendo un buon successo soprattutto tra gli abitanti dei piccoli centri e gli agricoltorie nonostante l'introduzione di una versione commerciale chiamata Axel Impresala vettura a marchio Citroen sparì dai mercati occidentali già nel 1988. La produzione dell'Oltcit Club continuò invece senza soste, introducendo anche un insolito modello di pick-up. Alcune versioni del Club vennero addirittura allestite per gareggiare nei rally nazionali e dell'Europa dell'Est, sia pure senza arrivare ai successi ottenuti da “cugine” ben più blasonate come le Skoda preferita.

LA FINE DEL CLUB

La rivoluzione romena del 1989pur non interrompendo l'attività della fabbrica di Craiova, portò alla lunga alla fine della partnership tra la Citroen ed il governo di Bucarest, che si concretizzò nel 1991. La fabbrica assunse così il nome di Oltena continuando a produrre la Club fino al 1996 e tentando anche di distribuirle nei Paesi limitrofi e perfino in Italia, con risultati molto deludenti. La qualità realizzativa delle Club e la resistenza alla fatica peggiorarono in modo esponenziale a causa della perdita della componentistica e del competenza francese, e nemmeno la partnership con la Daewooche portò alla creazione della Rodiriuscì a risolvere la situazione: nel 1996 le Club sparirono dai listini senza molto rimpianto. Non finì la storia della fabbrica di Craiova, per fortuna, che dopo oltre un decennio sotto gestione Daewoo passò nelle mani della Ford che vi creò la propria filiale romena. Una sorta decisamente più fortunata di quella dei “cugini” della Aro, scomparsi dalla scena nel 2006 dopo molte travagliate vicende.





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