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L’Oms dichiara il vaiolo delle scimmie un’emergenza sanitaria mondiale


L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato lo stato di emergenza sanitaria internazionale (Pheic) in seguito all'aumento dei casi di Mpox (il vaiolo delle scimmie) in Africa. A dare l'annuncio è stato il direttore generale dell'Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus. “Oggi il comitato di emergenza si è incontrato e mi ha informato che la situazione costituisce un'emergenza sanitaria pubblica di rilevanza internazionale. Ho accettato questo consiglio”, ha detto. Solo 24 ore prima, l'epidemia di vaiolo delle scimmie era stata decretata “emergenza sanitaria pubblica” su scala continentale.

L'impegno dell'Ue

Nel frattempo, la Commissione europea coordina l'acquisto e la donazione di 215 mila dosi di vaccino per aiutare i Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie dell'Africa (Cdc) a combattere l'epidemia di vaiolo in Africa. “Prepararsi e rispondere alle minacce sanitarie – afferma Stella Kyriakides, Commissaria Ue per la Salute e la sicurezza alimentare – è uno sforzo globale che siamo determinati a portare avanti collettivamente e in modo solidale al di là delle frontiere”.

Il commento del virologo

“A mio avviso quella dell'Organizzazione mondiale della sanità è una decisione giusta”, conferma il virologo Fabrizio Pregliasco. “Mpox è un problema in questo momento in Congo con questa nuova variante – evidenzia l'esperto – Ovviamente non sappiamo mai quale sia la reale possibilità di diffusione nel resto del mondo” di un patogeno. “E quindi senza allarmismi prendiamo atto di questa problematica, senza concitazioni e senza dire che vogliamo noi esperti o l'Oms gridare 'al lupo al lupo, moriremo tutti'”. Semplicemente, precisa il Direttore della Scuola di specializzazione in Igiene e medicina preventiva dell'università Statale di Milano, “occorre far sì che, grazie a questa disposizione, ci sia un coordinamento delle attività a livello internazionale, a livello di aiuti in questo momento nella Repubblica democratica del Congo E far sì che l'educazione sanitaria, e anche l'opzione per la vaccinazione in questo caso mirata ai soggetti a rischio sia un modo per controllare questa patologia”.



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