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Dead Horse One – Seas Of Static


“Seas Of Static” è il titolo del quinto album dei Cavallo morto unoun gruppo francese attivo da poco più di dieci anni. Dopo aver lavorato con Segna il giardiniere dei Passeggiata (produttore del loro debutto, “Without Love We Perish”, pubblicato nel 2014) e aperto concerti per colleghi di peso come i Telescopila band di Valence prova a imporsi all'attenzione di un pubblico più vasto con un disco solido e maturo che guarda al versante più pesante e contaminato dello shoegaze.

Credito: Bandcamp

IO Cavallo morto unoinfatti, non vanno tanto per il sottile. La batteria picchia e le chitarre ruggiscono in buona parte di queste undici tracce, dove emergono in maniera chiara influenza grunge (“Raindrops”, “That Day”), doom/stoner (“Shadow”, “Here Comes The Lord” e la cover violentissima di “Kathleen” di Città di Van Zandtinterpretata dall'ospite Giovane Harlee) e persino punk (la fulminante ma strutturata “Regenerated”, che parte come una scheggia impazzita per poi ondeggiare malinconicamente tra space rock ultra-elettrico e dream pop acustico).

Sotto l'armatura del quintetto, tuttavia, pulsa il cuore “tenero” di chi sa come si creano atmosfere avvolgenti, dolci e sognanti. La scorza pesante dei Cavallo morto uno – che, come già suggerito, sono veri e propri maestri nel tirare su inscalfibili muri di suono – viene spesso grattata via da melodie eteree e fragili, quasi sussurrate dal cantante Olivier Debard.

Da questo scontro fra mondi apparentemente inconciliabili fra loro prende forma un suono screziato e stratificato, avvolto in un manto di cupa psichedelia, che oscilla fra la forza dello shoegaze più “robusto” e la delicatezza di quello più soave, come ben dimostrato da episodi acustici. quali “Raindrops 2”, “Onset” e “We Were”. L'album è davvero troppo breve (nemmeno trenta minuti di durata) ma racchiude in sé la personalità, l'esperienza e tutte le varie qualità dei non conosciutissimi. Cavallo morto unoveterani del rock europeo ancora tutti da scoprire.



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