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Spostare l’apertura della scuola di un mese: la proposta dei docenti



Mentre si continua a discutere sul possibile posticipo dell'inizio delle lezioni, il calendario scolastico 2024/2025 è già stato fissato. Gli studenti dell'Alto Adige saranno i primi a tornare in classe il 5 settembre, seguiti dal Trentino il 9 settembre. L'11 settembre sarà la volta di regioni come Marche e Piemonte, mentre il 12 settembre rientreranno gli studenti di Campania, Lombardia e altre regioni del Sud. Le ultime regioni a riprendere saranno Abruzzo, Basilicata, Calabria e altre regioni centrali e meridionali, fissate al 16 settembre. Le singole scuole, comunque, hanno la possibilità di adeguare le date di apertura in base alle proprie esigenze. L'idea di spostare l'inizio dell'anno scolastico da settembre a ottobre è una proposta concreta avanzata da diverse associazioni di docenti e sindacati. L'obiettivo è quello di adattare il calendario scolastico alle nuove condizioni climatiche, in un contesto in cui molte scuole italiane, prive di adeguate attrezzature per fronteggiare il caldo e il freddo estremi, si trovano in difficoltà.

Tra i sostenitori di questa proposta, il Coordinamento Nazionale Docenti della Disciplina dei Diritti Umani (CNDUDU) ha espresso la necessità di ritardare l'inizio delle lezioni, citando l'inasprimento delle temperature durante l'estate. Secondo il coordinatore del CNDUDU, Romano Pesavento, una riflessione seria sull'argomento è essenziale per prevenire rischi per la salute di studenti e insegnanti, soprattutto quelli più vulnerabili. Per questo motivo, il CNDUDU ha chiesto un parere scientifico a diverse autorità nel campo medico e pedagogico. Anche Marcello Pacifico, presidente dell'ANIEF, si è espresso a favore del posticipo a ottobre, sottolineando l'importanza di considerare il clima nei processi decisionali: “Iniziare le lezioni a settembre, in mezzo a ondate di caldo, è poco sensato. È necessario un approccio più lungimirante”. Di fronte a questa proposta, molti genitori hanno manifestato preoccupazione. In Italia, le vacanze estive scolastiche sono già tra le più lunghe d'Europa, e l'idea di allungarle ulteriormente potrebbe creare ulteriori difficoltà alle famiglie.

Gestire un periodo di vacanza così prolungato senza il supporto scolastico significa affrontare spese aggiuntive per centri estivi, babysitter e attività per i figli. Inoltre, pochi genitori possono permettersi di prendere ferie così lunghe, complicando ancora di più l'equilibrio tra lavoro e famiglia. In questo contesto, una petizione lanciata nella primavera del 2024 da WeWorld e dal duo Mammadimerda, che ha raccolto oltre 60.000 firme, propone invece di ridurre la pausa estiva e distribuire meglio le vacanze durante l'anno scolastico. Secondo i promotori, una pausa così lunga aumenta le disuguaglianze sociali e può portare a una regressione nelle competenze cognitive e relazionali dei bambini e dei ragazzi. La discussione su come e quando far rientrare gli studenti in classe non è solo una questione di calendario, ma tocca temi più ampi legati alla gestione del cambiamento climatico, all'organizzazione familiare e all'equilibrio tra istruzione e vita quotidiana.





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