News

Curiamo il Duomo per dargli vita eterna



di Francesca Amé

Incontriamo l'“architetto del Duomo” a tarda mattina. L'aria è carica di umidità, come spesso accade in questa estate milanese, ma Francesco Canali, 62 anni, parmigiano, pare non patirla troppo: in maniche di camicia ea passo svelto arriva dal cantiere aperto sotto il tiburio del Duomo di Milano. Ancora poche settimane e le impalcature interne saranno tolte: «Potremo svelare un altro pezzo di storia della cattedrale: dalle analisi sui ponteggi abbiamo capito che tutto l'impianto è rimasto in piedi grazie alla sapienza delle maestranze dell'epoca», anticipa a Credere l 'ingegner Canali, un passato a gestire progetti importanti (come i restauri a Santa Maria della Scala a Siena o alla Pilotta a Parma) e da dieci anni direttore dei cantieri per la Veneranda Fabbrica del Duomo, “l'architetto”, appunto, come da tradizione si definisce il suo ruolo. Non è un incarico da poco: la “Fabrica del Domm” esiste da oltre sei secoli. «Ed io», precisa subito Canali, «sono solo una delle parti di un complesso ingranaggio».

La Veneranda Fabbrica è, in effetti, un interessante ibrido di 637 anni d'età, la cui storia merita di essere ricordata. Quando Gian Galeazzo Visconti, all'epoca duca di Milano, decise di mettere a disposizione della città le sue cave di marmo situate a Candoglia, in Val d'Ossola, per erigere la cattedrale più imponente che mai si potesse concepire, un centinaio di notabili meneghini pensavano che fosse una buona cosa, ma che il tutto dovesse essere fatto al meglio. E così, d'accordo con i vertici ecclesiastici, nel 1387 venne fondata la Veneranda Fabbrica del Duomo, con l'obiettivo di erigere la chiesa più importante della città: era un'impresa a tutti gli effetti con tanto di garzoni, operai, mastri scalpellini, scavatori, falegnami, architetti. I milanesi del tempo contribuiscono con offerte libere all'avanzamento dei lavori: l'archivio della Veneranda Fabbrica, conservato nel Palazzo dell'orologio proprio alle spalle del Duomo, lo testimonia. «Il piglio pratico milanese è stato sostenuto dalla grande generosità di una comunità: il Duomo era avvertito come un progetto di tutti. Vorrei che non ce ne dimenticassimo», dice Canali.

Leggi l'intervista completa a Francesco Canali sul numero di Credere in distribuzione nelle edicole e nelle librerie religiose da giovedì 22 agosto e nelle parrocchie da sabato 24 agosto. Oppure acquista una copia digitale www.edicolasanpaolo.it/scheda/credere.aspx





Source link

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *