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«I nostri atleti, un esempio straordinario per i giovani»



Ho seguito con passione le Olimpiadi: uno spettacolo di sport, giovinezza, energia che, malgrado le polemiche, continua a emozionarmi. Penso anche che, proprio perché si tratta di atleti giovani e giovanissimi, possono dire qualcosa di utile ai nostri adolescenti.

Questi sportivi sono il meglio di tutto il mondo, ma sono anche ragazzi normali che vivono come i loro coetanei le difficoltà di ogni giorno.

GIANNI

Risposta di Fabrizio Fantoni

Caro Giannipenso che queste Olimpiadi abbiano evidenziato, accanto alla dedizione, all'impegno, alla sportività, un atteggiamento che oggi assume un particolare rilievo. Di fronte alla ricerca del successo e del risultato sopra ogni cosa, va sottolineato il modo di affrontare la sconfitta da parte di molti dei nostri atleti. Gli esempi sono tanti.

Malgrado le decisioni dubbie degli arbitri, il fiorettista Filippo Macchi, anziché lasciare spazio alla delusione, non solo ha ribadito il rispetto per le scelte arbitrali, ma ha riconosciuto di essere un ragazzo fortunato per avere una famiglia stupenda, tanti amici, una ragazza che lo ama e per essere arrivato secondo alla gara più importante per ogni atleta.

La schermitrice Arianna Errigo, portabandiera nella cerimonia inaugurale, eliminata ai quarti di finale dopo un verdetto contestato, ha saputo vedere il bicchiere mezzo pieno: non l'amarezza, ma la gioia dell'evento olimpico.

La nuotatrice Benedetta Pilato, esclusa dal podio per un centesimo di secondo, ha pianto al termine della gara perché quello è stato il giorno più bello della sua vita.

Il marciatore Stano, fuori dal podio per un soffio, si è presentato alle interviste contenuto e orgoglioso della sua prova. Come ha commentato Federica Pellegrini: «Le medaglie piacciono a tutti, ma quello che conta è il viaggio».

Un'inversione di tendenza rispetto all'esaltazione del successo e della prestazione?





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