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Cittadinanza, dall'Ius Soli allo Ius Scholae: le ipotesi di riforma – Orizzonte Scuola Notizie


Trentadue anni e non sentirli. La legge sulla cittadinanza italiana, vecchia di oltre tre decenni, continua a far parlare di sé, o meglio, dei suoi possibili “restyling”. L'ultima notizia? Nessuna novità sostanziale. L'attuale legge, risalente al 1992, si fonda sul principio dello Ius sanguinis, ovvero il “diritto di sangue”. Ciò significa che acquista la cittadinanza italiana chi nasce da almeno un genitore italiano.

Per gli stranieri, la legge prevede un percorso lungo e complesso, che richiede la residenza legale e continuativa in Italia fino alla maggiore età e una specifica richiesta di cittadinanza.

Da anni si discute di una possibile riforma della legge, con l'obiettivo di garantire il diritto alla cittadinanza ai minori nati o cresciuti in Italia da genitori stranieri.

Diverse le proposte sul tavolo, ognuna con le sue peculiarità:

  • Diritto soli: Prevede l'acquisizione automatica della cittadinanza per il solo fatto di essere nati sul territorio italiano, indipendentemente dalla cittadinanza dei genitori. Un modello applicato in diversi Paesi, ma che in Italia incontra resistenze.
  • Diritto di soli temperato: Rappresenta una via di mezzo tra lo Ius soli puro e lo Ius sanguinis. Prevede la possibilità di ottenere la cittadinanza per i minori nati in Italia da genitori stranieri, a patto che almeno uno dei due genitori abbia un permesso di soggiorno di lungo periodo e risieda in Italia da un certo numero di anni.
  • Diritto scolastico: Lega l'acquisizione della cittadinanza al completamento di un ciclo di studi in Italia. La proposta di legge discussa nella scorsa legislatura prevedeva la possibilità di ottenere la cittadinanza per i minori nati o arrivati ​​in Italia entro i 12 anni, che avrebbero frequentato regolarmente almeno 5 anni di scuola. Altre proposte estendono il requisito scolastico a 10 anni o all'intero ciclo dell'obbligo.
  • Diritto culturale: Simile allo Ius scholae, lega la cittadinanza all'acquisizione dei riferimenti culturali del Paese ospitante, veicolati attraverso la scuola e la partecipazione alla vita sociale.

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