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Dossier: D-Tox, il raffazzonato quasi-horror con Sylvester Stallone


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22/08/2024 recensione film di Marco Tedesco

Nel 2002 la star provava ad affrontare nuovi generi, ma la fase calante della sua carriera proseguiva inesorabile

D-Tox (2002) film stallone

Guardare a D-tossico (Occhio ti vedo) come un film – sostanzialmente – destinato all'home video è un'esperienza piuttosto strana. Di tanto in tanto, si alza in piedi e ci ricorda infatti che un tempo era stato pianificato come una grande uscita da parte della Universal, pieno di attori di supporto solidi ed esperti e dotato di un aspetto piuttosto costoso (il budget fu di 55 milioni di dollari).

Prodotto nel 1999 e originariamente intitolato Disintossicazione (poi conosciuto anche come L'avamposto), fu abbandonato dallo Studio dopo numerosi 'interventi', venne rilevato dalla DEJ Productions di Blockbuster, proiettato in pochi cinema americani l'autunno successivo e infine distribuito nel 2002 dritto sul mercato home video dalla Columbia TriStar.

Questa situazione traballante stroncò in pratica la promettente carriera del regista Jim Gillespie (che arrivava dal successo di Allora cosa hai fatto?), e certo non giovò nell'immediato a quella della sua stella, Sylvester Stallone (ridurre dal flop di Guidato).

Manifesto del film D-Tox (2002)Manifesto del film D-Tox (2002)D-tossico Sembra un tentativo dell'attore di dimostrare la sua versatilità: il suo personaggio doveva essere drammatico, romantico, afflitto, terrorizzato e, infine, eroico. Tuttavia, non sembra all'altezza del gravoso compito sin dalla sua prima apparizione in scena; nel tentativo di essere autoironico mentre acquista un anello di fidanzamento, Sly fa una serie di facce buffe, come se qualcuno avesse deciso di non tagliare i momenti precedenti al segnale di “Azione!”.

Nel giro di pochi minuti, la sua fidanzata viene uccisa da un maniaco che aveva già preso di mira diversi poliziotti locali, e il Jake Malloy di Stallone (ex poliziotto, ora agente federale) è così traumatizzato che deve essere trasferito in un remoto centro di riabilitazione specializzata per forze dell'ordone. Ma, come si può immaginare, il killer lo ha seguito e inizia a eliminare i pazienti presenti uno a uno mentre una tempesta di neve infuria fuori dalle finestre.

La suddetta clinica di riabilitazione sembra più che altro una vecchia installazione militare o un manicomiocostruito in cemento armato e acciaio minacciosi, e non sembra esattamente un luogo adatto per recuperare la salute mentale persa.

A suo merito, D-Tox non manca di atmosfera, che barcolla tra l'horror e il mistero alla Dieci Piccoli Indiani: Jim Gillespie riesce a creare alcune inquadrature interessanti ei comprimari (tra cui Tom Berenger, Kris Kristofferson, Polly Walker, Charles Dutton e Robert Patrick) garantiscono una certa professionalità ai loro ruoli poco sviluppati e – talvolta – ai dialoghi ridicoli.

Ciononostante, D-Tox sembra più che altro un progetto i cui i cospicui fondi si sono persi da qualche parte lungo il percorso di produzione; l'identità del cattivo viene rivelata in modo affrettato e casualee si ha l'impressione che non siano mai state girate le scene che avrebbero dato maggiore profondità ai personaggi.

Da segnalare che il DVD (anche italiano) include una serie di scene elimina o estese (presentato in qualità copia lavoro), ma nessuna di esse aggiunge qualcosa di significativo alla storia o ai protagonisti, né la loro assenza dal montaggio finale pesa particolarmente sul risultato complessivo.

Di seguito trovate il rimorchio internazionale di D-Tox:



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