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Giorgetti al meeting di Rimini, tra elogio degli imprenditori e stoccate ai “diktat” di Bruxelles. “I progetti del Pnrr ricordano la programmazione sovietica”


ROMA – Qualche stoccata all'Europa che imbriglia eccessivamente i Paesi membri impedendo di mettere in atto politiche di lungo respiro. Un elogio dell'intelligenza umana, e degli imprenditori, come motore dell'economia. Il primato delle imprese anche nelle scelte di formazione per i lavoratori del futuro, piuttosto che gli altisonanti programmi 'in stile sovietico' del Pnrr che rischiano di disperdere le risorse.

Sono i concetti che il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgettiha portato al Meeting di Comunione e Liberazione di Riminidove ha preso parte al panel intitolato “Il primo capitale dell'impresa è la persona” e moderato da Giorgio Vittadini.

Durante l'intervento sul palco, parlando della necessità di avere politiche di lungo respiro, Giorgetti ha lanciato una stoccata a Bruxelles: “Anche nella misura in cui la politica potrebbe avere il pensiero lungo, subentrano delle regole come il nuovo Patto di Stabilità che impongono valutazioni di breve e corto respiro”ha detto in riferimento alle nuove norme che prevedono per i Paesi piani pluriennali per tenere a bada i saldi di finanza pubblica. Un altro passaggio sui lacci europei l'ha fatto quando ha parlato della estrema complicazione applicativa del pianoforte Transizione 5.0che però è dovuto a suo dire proprio alla volontà di “estenderlo rispetto ai diktat di Bruxelles”.

Tornando all'Italia e ai suoi punti di forza, il titolare delle Finanze ha ricordato che se l'imprenditore è la “scintilla che alimenta l'economia”e richiamato le banche al fatto che non possono approcciarlo solo con la mentalità da algoritmo, il fattore umano “è il principale determinante di crescita e produttività”. Citando l'esperienza antecedente di ministro dello Sviluppo ha quindi raccontato di avere “scoperto che le decisioni di investimento degli stranieri in questo paese dipendono dalla disponibilità di capitale umano: il nostro paese è terribilmente ricco di intelligenza e da questo risorsa dobbiamo partire per lo sviluppo”.

Sul tema della formazione, in conversazione dal panel, ha spiegato che “nel Pnrr abbiamo miliardi per l'upskilling, il reskilling, il Piano nazionale di competenze” e “potrei riempirvi di titoli di piani e progetti che ricordano i piani quinquennali dell'Unione sovietica”, aggiungendo un “scusate la battuta”. Ma “dobbiamo capire se la formazione, la crescita di competenze, può essere spinta dallo Stato o tirata dalle imprese”, si è domandato. E l'adorazione di Giorgetti è per la seconda opzione “rispetto ai piani calati dall'alto da qualche politico o burocrate”, per una “questione di efficienza, sennò il rischio è spendere di più rispetto all'obiettivo cui miriamo”.



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