Istruzione

Titolo sostegno acquisito all'estero, i docenti: “Proteste infondate in contrasto con principi di equità e giustizia” – Orizzonte Scuola Notizie


Il Comitato dei Docenti Precari Specializzati all'Estero (DPSE) ha espresso il suo sostegno alle politiche promosse dal Ministro Valditara e dal Governo, relativo al riconoscimento dell'equipollenza dei titoli accademici esteri e all'apertura verso le università online. Il comitato critico le proteste contro queste politiche, sostenendo che tali manifestazioni siano infondate e in contrasto con i principi del diritto italiano ed europeo, oltre che con le sentenze della Corte di Giustizia dell'Unione Europea.

Percorso di specializzazione all'estero

I docenti specializzati all'estero hanno seguito percorsi di formazione intensiva, conformi alle normative vigenti. Il loro iter formativo, che include oltre 1500 ore di studio e numerosi esami, è considerato equivalente a quello italiano. Il comitato sottolinea che la libera circolazione dei titoli accademici all'interno dell'UE è un diritto sancito dalle normative europee e confermato dalla Corte di Giustizia dell'UE, che ha ribadito la validità di questi titoli.

Critica alle proteste

Il DPSE mette in dubbio la coerenza delle attuali proteste, evidenziando che in passato molte cattedre di sostegno sono state affidate a docenti privi di specializzazione, senza che questo suscitasse proteste. Il comitato considera paradossale che l'inserimento di docenti altamente qualificati, formati all'estero, venga ora ostacolato con l'accusa di compromettere la qualità dell'istruzione.

Diritto al lavoro e riconoscimento dei titoli

La Costituzione italiana garantisce il diritto al lavoro, e il DPSE sottolinea che i docenti specializzati all'estero hanno diritto a vedere riconosciuti i loro titoli ea poter accedere al mondo del lavoro. Chiedere il blocco del loro inserimento sarebbe un atto discriminatorio e in contrasto con i principi di equità e giustizia.

Corsi INDIRE e formazione

Il comitato difende anche i corsi INDIRE, promossi dal Governo per allineare i percorsi formativi esteri agli standard italiani, garantendo così una formazione di qualità per tutti i docenti. Protestare contro questi corsi, secondo il DPSE, significa opporsi a una soluzione concreta che mira a migliorare la stabilità e la qualità dell'insegnamento.

Appello alla riflessione

Il DPSE invita tutti i soggetti coinvolti a riflettere sulle loro posizioni, sottolineando che la scuola italiana ha bisogno di evolversi e di accogliere tutte le risorse disponibili per garantire un'istruzione di qualità a tutti gli studenti, in particolare a quelli con disabilità. Il comitato conclude affermando che l'inclusività e la qualità dell'istruzione non possono essere sacrificate per difendere posizioni considerate anacronistiche.



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