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Omicidio Verzeni, il racconto del killer: “Scusa per quello che sta per succedere”. E la accoltella


Le ultime parole della vittima: “Perché, perché?”

31 agosto – 19:28 – MILANO

Con un lungo interrogatorio, Moussa Sangareil 31enne si è fermato per l'omicidio di Sharon Verzeniha rivelato i dettagli agghiaccianti della fredda logica con cui si è mosso. L'uomo ha spiegato agli inquirenti di aver scelto la sua vittima puramente “a caso”, spinto da un'inspiegabile “sensazione”. Prima di accoltellare Sharon, le avrebbe detto: “Scusa per quello che sto per fare”. Nonostante le grida di aiuto, Sangare l'ha straziata con più di un colpouccidendola in pochi istanti. Poi è fuggito in bici e si è tagliato i capelli nella speranza di non essere riconosciuto.

la dinamica dell'omicidio di Sharon Verzeni:

“Ho visto questa ragazza che camminava guardando le stelle e ascoltando la musica e dentro di me ho sentito un 'feeling'Con queste parole, Moussa Sangare ha spiegato al Nucleo investigativo di Bergamo, coordinato dal pm Emanuele Marchisio, l'omicidio di Sharon Verzeni.

Sangare, in sella alla sua bicicletta, l'ha raggiunta e l'ha colpita alle spallemirando al cuore. “Scusa per quello che sta per succedere”, le avrebbe detto. Tuttavia, il primo colpo è stato deviato da una costola, e l'uomo ha quindi inferto altri tre fendenti mortali alla schiena. Prima di morire, Sharon avrebbe detto soltanto poche, disperate parole: “Perché, perché, perché…”.

posizione della famiglia verzeni

La famiglia della vittima, distrutta dal dolore, ha espresso forte perplessità riguardo alle ipotesi di incapacità mentale avanzata dalla difesa di Sangare. Luigi Scuderi, legale della famiglia, ha dichiarato: “Mi ha stupito che si sia parlato di 'verosimile incapacità' subito dopo il fermo, prima ancora di un esame completo di tutti gli atti di indagine e del pieno completamento degli accertamenti investigativi”. La famiglia respinge la tesi del gesto impulsivo, e sottolinea come Sangare fosse uscito di casa con diversi coltelliun elemento che secondo loro indica premeditazione. “Ho sentito parlare in queste ore di 'raptus improvviso', di 'scatto d'ira' e assenza di premeditazione – ha spiegato il legale – tuttavia faccio notare che, stando alle informazioni rese pubbliche venerdì, il signor Moussa Sangare sarebbe uscito dalla propria casa di Suisio con ben quattro coltelli di dimensioni significative e, prima di uccidere Sharon a Terno d'Isola, ha avuto tutto il tempo di minacciare anche altre due persone. Queste farebbero bene a farsi avanti”.

lo stato mentale di Sangare

L'avvocato di Sangare, Giacomo Maj, ha insistito sulla necessità di accertare lo stato mentale del suo assistito, definendo questa valutazione “il minimo” da fare in un caso del genere. “È un aspetto da approfondire e valutare eccome”, ha dichiarato Maj, spiegando che il comportamento di Sangare e le sue dichiarazioni richiedono un'accurata analisi psichiatrica. “Che sia già emerso, quindi, non mi stupisce per nulla, mi sembra normalissimo. Anche solo vedendo quanto emerso fino a ora, mi sembra il minimo accertare lo stato mentale e psichico di una persona che ha dato questa ricostruzione dei fatti”, ha risposto Maj. “È ancora presto per qualsiasi iniziativa ma il fatto che sia un aspetto da valutare non mi stupisce per nulla”, ha quindi concluso.

Chi è Moussa Sangare

Nato a Milano da una famiglia di origini africane, Moussa Sangare viveva a Suisio, un piccolo comune in provincia di Bergamo, a pochi chilometri dal luogo del delitto, in un appartamento occupato abusivamente. Disoccupato e incensurato, non era però sconosciuto alle forze dell'ordine: era già indagato per maltrattamenti ai danni della madre e della sorella. Nella sua abitazione, Sangare aveva creato una sagoma in cartone che usava per esercitarsi con i coltelli. Appassionato di musica, aveva collaborato con alcuni rapper italiani.





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