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Chi è Regivan, la rivelazione dei Giochi Paralimpici con tre record in una sera



Tutti pazzi per Rigivan. Ha un cognome lunghissimo (Ganeshamoorty), un sorriso larghissimo, un accento romanissimo ed è la stella del momento. E ci perdoneranno Stefano Raimondi e Carlotta Gilli che stanno sbancando la piscina delle Paralimpiadi di Parigi, se a prendersi cura della vetrina di Parigi 2024 è Rigivan Ganeshamoorthy, il discobolo rivelazione che nella disciplina ha poco più che esordito direttamente in cima al mondo: da zero a tutto in due/tre gare internazionali, Parigi compresa. Lui neanche si ricordava a quante tappe di Coppa del mondo aveva partecipato prima di farsi conoscere all'Italia e al mondo alle Paralimpiadi con tre record del mondo tre in una serata. Per poi rivelare una personalità brillantissima, autoironica e antiretoricadavanti ai microfoni Rai di Elisabetta Caporale: «Che devo di'? Non ho parole», ha esordito alla sua prima intervista in diretta a questo livello: «Sono un po' timido, domani mi preparo il discorso e vi racconterò qualcosa. Domani se vedemo. Penso che ancora devo realizzare il significato di questa medaglia d'oro». Le parole bisogna un po' cavargliele, con tante domande, ma la sua risata è strepitosa e sta contagiando il mondo.

Come racconta nel suo profilo sul sito del Comitato paralimpico, ha iniziato con il basket in carrozzina, in modo casuale: «Avevo provato a giocare a basket in carrozzina, l'ho conosciuto all'Ospedale Santa Lucia, quando nel 2019 ero in riabilitazione dopo la caduta che mi è costata una lesione cervicale (…) Ma era molto faticoso, non faceva per me. Poi un giorno nell'officina meccanica dove lavoro scambio due parole con un esponente della Federazione Italiana Sport Paralimpici e Sperimentali (Fispes) che mi invita a provare con l'atletica». Detto fatto: lanci, con tesseramento per l'Anthropos di Civitanova Marche.

Ed è lì che alla domanda: “Comincia a piacerti questo mondo?”, risponde, prima di esplodere in una risata delle sue: «Sì, un po' troppi disabili forse». Messaggio in codice, ma con garbo a chi discrimina, da uno che somma la sindrome Guillain-Barré a una successiva lesione spinale ed è campione paralimpico a Pariginel lancio del disco categoria F52, in cui gareggiano gli atleti in sedia a rotelle con ridotta capacità di movimento agli arti e al tronco, cui la necessità di ossigeno, dovuta a una ridotta capacità respiratoria, non ha impedito di stravincere migliorando tre volte il record mondiale della specialità in pochi minuti: lanciando 25,48 metri, poi 25,80 infine 27,06.

Che avesse talento per lanci si è compreso subito: ha il record del mondo nel giavellotto e si trova a un centimetro da quello del peso, ma a Parigi ha fatto faville nel disco e intanto ancora pratica la scherma paralimpica per cui è passato tra basket e atletica. La dedica è: «Per mia madre, mia sorella, il quartiere Dragona, il X municipio, il vicino che è venuto a trovarmi e mi ha portato la bandiera», probabilmente la stessa che campeggia sugli spalti con scritto “Daje, Rigi”. «Le persone che ti vengono a trovare», spiega, «valgono più della medaglia d'oro» – che definisce ridendo “un'emozione unica, da provare”.

«Questa vittoria è per tutta l'Italia e per tutti i disabili che stanno a casa». Poi urla alla telecamera: «Ciao Alice!», per poi chiudere: «È la mia ragazza». Quando l'intervistatrice allude alla proposta di matrimonio in pista del velocista torinese Alessandro Ossola alla fidanzata Arianna, Rigi si trincera ridendo dietro un: «Sono troppo giovane». E intanto da esordiente si scopre una stella.

IOn un mondo in cui tanti si prendono sul serio anzi sul serissimo, col rischio qualche volta di bruciarsi in gara per troppa pressione, Rigivan è una lezione di simpatia e di intelligenza agonistica ed emotiva. Era iscritto anche al giavellotto, ma con un oro e tre record mondiali ha valutato di non chiedere oltre al suo fisico. Come del resto pretendere di più?





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