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Musi lunghi in McLaren, colpa delle “Papaya Rules”. E la Red Bull gongola


Il team ha stabilito alcune regole d'ingaggio a cui devono attenersi Norris e Piastri, “Liberi di correre ma niente contatti”. Il risultato? A Monza a vincere è stato Leclerc. E Horner ringrazia: “Non so cosa siano queste papaya regole ma sicuramente ci stanno sostenendo per il mondiale”

Jacopo Moretti

4 settembre – 12:00 – MILANO

La conquista della prima fila nelle qualifiche del GP di Monza lasciava presagire un pomeriggio in discesa per il duo McLaren: una monoposto in fuga verso la vittoria e la seconda che tiene a bada il gruppo alle spalle. Eppure, la storia della corsa ci ha detto diversamente: a conquistare la vittoria è andata a Leclerc mentre Norris e Piastri si sono accontentati degli altri due gradini del podio tra musi lunghi e più di qualche occhiataccia. Merito, o colpa, delle “Papaya Rules”, il nuovo codice di comportamento che il team di Woking ha imposto ai suoi piloti.

le regole

A chiarire le regole di ingaggio tra Norris e Piastri è stato il Ceo del team, Zak Brown, intervenuto ai microfoni di Sky Sport. “Seguire le papaya regole significa essere consapevoli di essere compagni di squadra – spiega il manager californiano – i nostri piloti sono liberi di correre, combattendo tra loro in modo pulito e senza contatti”. Un approccio che, seppur lodevole, si sta rivelando decisamente controproducente in pista. Quello di Monza, infatti, è soltanto l'ultimo di una ormai lunga lista di episodi in cui McLaren non si è dimostrata in grado di gestire a dovere i propri piloti: se sul circuito brianzolo l'attacco alla seconda variante di Piastri ha rischiato di mandare in testacoda Norris, i due erano già arrivati ​​ai ferri corti in Ungheria, dove Lando ha deciso di cedere la vittoria all'australiano solo dopo una lunga diatriba via radio con il muretto box.

dualismo

Che il dualismo tra i due piloti rischi di compromettere le speranze iridate del team è ormai evidente e un cambio di rotta non è più rimandabile. Dopo Monza pare che la squadra abbia scelto di dare la priorità a Norris, con il team principal Stella forse convinto dal consiglio dell'amico Toto Wolff: “Credo sia arrivato il momento di qualche ordine di scuderia. È una scelta difficile ma necessaria”. Chi, invece, ha tutto l'interesse affinché la McLaren non cambi le cose è Christian Horner, a capo del muretto Red Bull. “Non so cosa siano queste papaya regole ma sicuramente ci stanno mantenendo per il mondiale”, ha commentato ironicamente l'inglese dopo Monza. Quel che è sicuro è che il titolo dalle parti di Woking manca dal 1998 e con otto appuntamenti iridati a disposizione non si può più aspettare: è tempo di scegliere su chi puntare.





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