Istruzione

Alzheimer, identificata una nuova proteina coinvolta nella perdita della memoria


Uno studio italiano dell'Istituto superiore di sanità (Iss), dell'Irccs San Raffaele Roma e del Cnr aggiunge un nuovo tassello alla comprensione del morbo di Alzheimer, aprendo a nuove possibilità di diagnosi precoce e di cura. Gli scienziati hanno infatti svelato un nuovo meccanismo molecolare alla base della perdita della memoria e delle capacità cognitive che caratterizzano le demenze. Al centro della scoperta, pubblicato su “Embo Reports”, c'è una proteina che all'interno dei neuroni ha il compito di riparare i danni al Dna.

La ricerca – riporta l'Iss – dimostra per la prima volta che l'enzima Dna-PKcs – una proteina chinasi coinvolta nei meccanismi di riparazione del Dna all'interno delle cellule nervose – si trova nelle sinapsi, cioè nel punto di contatto funzionale dove avviene la trasmissione delle informazioni tra i neuroni. In questa sede, la Dna-PKcs è responsabile della fosforilazione (una particolare modificazione della struttura di una molecola) di una proteina (Psd-95) implicata nell'organizzazione delle sinapsi, nella loro struttura e di conseguenza anche nella trasmissione dei segnali.

Già nel 2016 lo stesso gruppo di scienziati aveva scoperto che l'attività dell'enzima Dna-PKcs viene inibita dalla beta-amiloide, la proteina che si accumula nel cervello di chi soffre di Alzheimer. Nel cervello dei malati, infatti, è stata osservata la rilasciata dei livelli e dell'attività di Dna-PKcs. E la mancata riparazione dei danni al Dna che deriva dall'inibizione di Dna-PKcs è implicata nella morte dei neuroni osservata in diverse malattie neurodegenerative, tra cui appunto l'Alzheimer.

«Questa nuova scoperta dimostra che la Dna-PKcs ha un ruolo fondamentale nella memoria e nei deficit cognitivi che caratterizzano l'Alzheimer e le demenze», spiegano Cristiana Mollinari ricercatrice dell'Istituto di Farmacologia traslazionale (Cnr) e Leonardo Lupacchini ricercatore del San Raffaele Roma, primi autori dell'articolo.

«La modificazione di Psd-95 da parte della Dna-PKcs rende la prima stabile all'interno delle sinapsi e non suscettibile di degradazione, come avviene nell'Alzheimer – spiega la coordinatrice dello studio Daniela Merlo, dirigente di ricerca del dipartimento di Neuroscienze e direttrice della Struttura interdipartimentale sulle demenze dell'Iss – Pertanto questo studio propone un nuovo scenario in cui nella malattia di Alzheimer, ma non solo, la riduzione dell'attività enzimatica della Dna-PKcs, mediata dall'accumulo di beta-amiloide, provoca la riduzione dei livelli di Psd-95 nelle sinapsi dovuto alla sua mancata fosforilazione, e di conseguenza la disfunzione delle sinapsi. Che è alla base della perdita di memoria».



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