Economia Finanza

Mpox, l’Africa ha bisogno di 10 milioni di vaccini entro il 2025. La Ue ne donerà (forse) il 5%


Il déjà-vu più inevitabile è con la pandemia di Covid: l'appello per i vaccini dei governi africani, i ritardi di quelli occidentali e la ritrosia sulla liberalizzazione dei brevetti. All'epoca l'«egoismo» imputato a Bruxelles e Washington aveva aperto una frattura con i leader del Continenteculminato nelle scintille del vertice fra Unione europea e Unione africana a fine 2022. Ora lo scenario rischia di replicarsi con l'epidemia di Monkeypox, il vaiolo delle scimmie che è tornato a propagarsi a maggiore intensità nel 2024 “grazie” alla propulsione di Clade 1: un ceppo del virus più contagioso e letale del Clade 2 che aveva dominato l'epidemia del 2022. Ue e Usa sono stati fra i primi attori ad attivarsi nella consegna di dosi, ma i quantitativi abbondanti – e promessi – sono una frazione minima rispetto a portata dell'emergenza e fabbisogno di farmaci.

Secondo il bollettino del 10 settembre dell'Africa center for Disease Control and Prevention, l'agenzia sanitaria dell'Unione africana, nel Continente si sono registrati oltre 24mila casi sospetti di Mpox dall'inizio del 2024, con 5.549 contagi confermati e 643 vittime in 14 Paesi del Continente: Burundi, Camerun, Costa d'Avorio, Congo Brazzaville, Gabon, Guinea, Kenya, Liberia, Nigeria, Ruanda, Repubblica centrafricana, Repubblica democratica del Congo, Sudafrica, Uganda. Nella sola Repubblica democratica del Congo si sono registrati da inizio 2023 oltre 27mila casi e 1.300 decessi accertati, l'epicentro di una crisi che è stata classificata come emergenza globale dell'Organizzazione mondiale sanitaria. L'Africa Cdc stima un fabbisogno di «almeno» 10 milioni di dosi entro il 2025 per arginare la proliferazione del virus, in vista di una campagna di somministrazioni che si aprirà nelle RdCongo il 2 ottobre.

L'apporto dei partner occidentali si ferma, per ora, su valori più modesti: gli Usa hanno consegnato circa 60mila dosi a Nigeria e Repubblica democratica del Congo, il Canada ne ha promesse 200mila, la Ue ha donato ed effettuato il recapito di una prima quota di altre 200mila dosi previste tranche. Bruxelles ha annunciato circa mezzo milione di dosi a beneficio dei governi africani, ma non è chiaro quando – e se – verranno eseguite consegne comunque parziali rispetto alle esigenze dell'epidemia. Al suo massimo, le donazioni annunciate da Bruxelles inciderebbero su circa il 19% dei 3 milioni di dosi necessarie alla sola Repubblica democratica del Congo e sul 5% dei 10 milioni ambiti su scala africana entro l'anno prossimo.

La dotazione vaccinale di Bruxelles e le dosi per l'Africa

Nel 2022, ai tempi della prima emergenza Mpox, Bruxelles si era già attrezzata per scorte vaccinali adeguate alla protezione dei suoi cittadini, La Health Preparedness and Response Authority (Hera), il servizio sanitario della Commissione europea, si è assicurata un contratto con l' azienda danese Bavarian Nordic per la fornitura di due milioni di dosi del suo vaccino Jynneos fra 2023 e 2024. In una nota, l'esecutivo comunitario ha sottolineato che il suo impegno si è poi «ulteriormente esteso» all'assistenza dell'Africa Cdc nel contrasto all'emergenza. Il vaccino Jynneos, noto anche come MVA-BN, è classificato come quello che può offrire la «miglior protezione» agli occhi delle autorità sanitarie statunitensi ed è l'unico ad aver incassato il via libera sia dalla Food and Drug Administration (Fda) che dall'Agenzia europea per i medicinali (Ema). Uno studio pubblicato di recente ne attesta il grado di efficacia al 58%. La giapponese KM Biologics produce il LC16, già commerciato su scala internazionale ma autorizzato solo da Tokyo e «in via emergenziale» dalla stessa Repubblica democratica del Congo. Il terzo è il BioSolutions' ACAM200, prodotto dall'omonima azienda del Maryland e autorizzato solo dalla Fda statunitense. L'Africa Cdc e la Bavarian Nordic hanno raggiunto un'intesa per irrobustire le capacità vaccinali del Continente, con l'impegno dell'azienda a fornire a due milioni di dosi entro l'anno prossimo e a favorire il trasferimento delle capacità manifatturiere nei Paesi africani . Nell'attesa, la campagna vaccianle è appesantita alla collaborazione di economie ricche come quella Ue.

Nel complesso Bruxelles ha dichiarato di aver messo sul piatto un totale – futuro – di 566.500 dosi del farmaco a beneficio dei Paesi africani, spartite fra circa 215mila vaccini «donati» dalla Commissione europea e una qu0ta di 351.500 vaccini in arrivo da Paesi Ue, in risposta all'appello lanciato dalla commissaria alla Salute Stella Kyriakides. In una lettera, la commissaria ha chiesto ai ministri di collaborare alla campagna di approvvigionamento delle dosi di vaccino.



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