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Tra Grillo e Conte ormai è scontro frontale



Da qualche giorno, Giuseppe Conte e Beppe Grillo se la stanno dando di santa ragione. Non è un litigio di cortile, ma uno scontro frontale tra due idee di Movimento, due visioni diametralmente opposte sul futuro dei Cinque Stelle. Almeno alla luce del sole. Giuseppe Conte, con la sua solita aria pacata ma determinata, ha preso carta e penna e ha scritto a Grillo, il fondatore, una lettera che è quasi un manifesto politico. Una di quelle – da puntiglioso giurista – che mettono i puntini sulle “i” e iniziano il campo di battaglia.

«Devo purtroppo rilevare che la tua nota del giorno 5 ci presenta gravi inesattezze ed evidenti distorsioni sul ruolo e sui poteri del Garante», attacca Conte, senza troppi giri di parole. L'ex premier rivendica il principio democratico come fondamento dell'intera struttura del Movimento. «Un insuperabile ostacolo a questa tua visione è il principio democratico su cui si fonda ogni esercizio di attività associativa politica», ricorda a Grillo. In sostanza, secondo Conte, il Garante non può e non deve esercitare una sorta di veto o inibizione sull'assemblea degli iscritti, che è «sovrana».

Conte accusa Grillo di comportarsi come il padrone del Movimento, di voler governare dalla sua vilal di Sant'Ilario con pugno di ferro, ignorando le norme statutarie ei processi democratici. E la frecciata è pesante: «Questa tua condotta, che sta alimentando il dibattito pubblico con connessi accenni a future contenzioni legali ea potenziali scissioni, rischiando di appannare le energie e l'entusiasmo che questo processo costituente sta liberando». In altre parole, se continua così, caro Beppe, rovini tutto.

E Grillo? Non si fa da parte, naturalmente. Il fondatore non è uno che accetta facilmente critiche, specialmente quando si toccano le sue prerogative e la sua autorità all'interno del Movimento. E così, tra botte e risposte, i due stanno mettendo in scena uno spettacolo che non solo riflette la tensione personale, ma svela anche le faglie profonde all'interno del Movimento 5 Stelle. Da una parte c'è l'anima originaria, quella di Grillo, che ha sempre visto il Movimento come una creatura da guidare, un po' paternalisticamente. Dall'altra, c'è Conte, che vuole trasformarlo in una struttura più istituzionalizzata, aperta al confronto e meno legata all'autorità di una singola persona.

Il contrasto non è solo di facciata. Lo scontro verte su temi cruciali come il limite del doppio mandato, il simbolo, persino il nome del Movimento. E Conte lo dice chiaro: «Nessuna preclusione può essere imposta al potere deliberativo dell'assemblea su nessuno dei temi sopra richiamati né tanto meno il tuo potere di veto». Grillo, dal canto suo, non sembra intenzionato a fare marcia indietro, e il rischio di una rottura nel Movimento si fa sempre più concreto.

Il quadro che emerge è quello di una leadership divisa, con una base che guarda con preoccupazione all’evolversi della situazione. Quello che era un progetto nato per rivoluzionare la politica rischiando di trasformarsi in una lotta interna per il controllo, una faida che potrebbe portare alla dissoluzione del Movimento stesso.

Conte ha concluso la sua lettera con un avvertimento che sa di sfida: «Le tue esternazioni sono del tutto incompatibili con gli obblighi da te specificatamente assunti nei confronti del Movimento». In altri termini, o se cambia rotta, o le conseguenze saranno inevitabili.





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