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Stellantis, Tavares a Mirafiori: “La 500 ibrida arriva nel 2026”


Lo stabilimento diventa sede del nuovo polo per i veicoli commerciali e si prepara a produrre la nuova versione della citycar, ma in vista c'è la crisi: “Abbiamo preso molte decisioni impopolari per evitare la situazione di Volkswagen”

Gianluigi Giannetti

17 settembre – 18:32 – MILANO

Non poche le parole scelte da Carlos Tavares in occasione dell'inaugurazione a Torino del nuovo polo globale per i veicoli commerciali al Parco Automobilistico Mirafiori 2030. Nasce così un centro di coordinamento unico e globale tra marketing e sviluppo di nuovi prodotti: “Il nostro obiettivo è quello di diventare leader mondiali in un segmento molto redditizio, che rappresenta un terzo del nostro fatturato”. Resta per Tavares comunque una giornata che lo chiama a commentare anche scenari automobilistici, di stretta attualità. L'argomento naturalmente non è lo stop al progetto di realizzare una gigafactory per la produzione di batterie con la riconversione dello stabilimento di Termolicon un contributo statale che sembra ormai sfumatoSul tavolo c'è l'intero ruolo del gruppo in Stellantis in Italiacon la necessità di nuove scelte strategiche capaci di adeguarsi al generale rallentamento della domanda di auto elettrica.

Ancora Italia

“L'arrivo della Fiat 500 ibrida a Mirafiori è confermato a inizio 2026” ha sottolineato il Ceo del gruppo. “Ci piacerebbe produrre di più a Mirafiori, in particolare la nostra tecnologia Mild Hybrid, perché permette di ridurre le emissioni. Vogliamo produrre più cambi eDct a Mirafiori” ha ribadito. All'altro volto dello stabilimento che parla invece del marchio MaseratiTavares dedica parole oggettivamente più difficili da comprendere: “Abbiamo fatto miglioramenti significativi in ​​termini di qualità e portato la giusta tecnologia. Ora abbiamo anche il motore Folgore, un Bev puro. Abbiamo ancora lavoro significativo da fare sul marketing perché quello che vedo è che abbiamo una struttura dei costi che dovrebbe permetterci di garantire la sostenibilità di Maserati Non credo che abbiamo fatto abbastanza per posizionare Maserati sul segmento del lusso”. Queste parole sembrano così mettere a tacere le polemiche sulla mancata cessione del marchio del Tridente a Ferrari.

Troppa Europa

Dopo mesi di polemiche, la discussione sull'utilizzo delle fabbriche italiane Stellantis riparte proprio da Mirafioriinattiva fino all'11 ottobre prossimo per mancanza di ordini dell'attuale modello di 500 elettrica. Ma c'è di più. Secondo i dati forniti da Fim-Cisl, dal 30 giugno 2021 tutto 30 giugno 2024 il numero di operai impiegati da Stellantis nei suoi stabilimenti è sceso da 26.175 a 21.172segnando dunque un arresto netto risultato principalmente di esodi volontari, prepensionamenti, pensionamenti, che è coinciso con la nascita di Stellantis. “Abbiamo preso molte decisioni impopolari per evitare la situazione di Volkswagen che non sono state ben capite, forse perché a volte non le abbiamo spiegate bene” ha puntualizzato Tavares, facendo riferimento alla situazione che vive il gruppo di Wolfsburgcon la ventilata possibilità della chiusura di un significativo numero di fabbriche e il licenziamento di un sensibile numero di addetti. “Continueremo a costruire un modello di business sostenibile in Italia, un modello che richiede il sostegno dei sindacati, dei fornitori e delle istituzioni”, ha aggiunto Tavares, che sul fronte europeo deve comunque convivere con la sgradita eventualità di una revisione dei limiti massimi di anidride carbonica concessi alle vetture. “Gli obiettivi fissati dall'Unione europea sulla riduzione di emissioni per il settore automotive al 2025 sono stati imposti dall'alto e sono stati brutali, noi abbiamo lavorato molto per attenerci alla regolamentazione e la rispettiamo. È stata fissata la cornice entro la quale si deve competere e noi competiamo”.





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