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Suor Guida: «La nota può “purificare” Medjugorje»



«La nota è un'ottima notizia, può “purificare” Medjugorje, aiutando i fedeli ad accostarsi all'esperienza con maggior consapevolezza». Suor Palmarita Guida è la fondatrice della Fraternità Vincenziana Tiberiade e all'Oasi Santa Maria degli Angeli di Massafra, in provincia di Taranto, promuove occasioni di preghiera e spiritualità. A lei, che è anche stata diversa volte a Medjugorje, chiediamo un commento sul documento La Regina della Pace appena diffuso dal Dicastero per la dottrina della fede, che riguarda proprio il piccolo paese della Bosnia ed Erzegovina dove da più di 40 anni si assiste a presunte apparizioni della Madonna.
Suor Guida, perché il pronunciamento del Dicastero, approvato dal Papa, è tanto importante?
«Medjugorje richiama ogni anno migliaia e miglia di persone da tutto il mondo, la nota è importante perché dice l'attenzione della Chiesa per il popolo di Dio, compreso chi vive una religiosità più popolare, ancorando l'esperienza al contesto evangelico».
In che senso – lei dice – la nota può “purificare” Medjugorje?
«La testa poggia sui frutti di Medjugorje, non sulla veridicità delle apparizioni. Spostare il baricentro sull'esperienza positiva che rappresenta per i fedeli, addirittura tralasciando di citare le manifestazioni soprannaturali come il diffondersi dell'odore di lavanda, di cui in diversi parlano, o il roteare del sole. Per quanto riguarda i messaggi, precisa che “la valutazione positiva della maggior parte dei messaggi non implica dichiarare che hanno una diretta origine soprannaturale”. Come dire che il “cuore” dell'esperienza spirituale non è lì».
Il suo parere quali sono gli aspetti più rilevanti del documento?
«Innanzitutto il riconoscere la bontà e lo spirito dell'esperienza, conforme al Vangelo, che porta a conversioni nella fede, a riconciliazioni all'interno della famiglia, riscoprendo le motivazioni profonde dell'essere cristiani. Ripeto, è questo il cuore dell'esperienza di Medjugorje: il Vangelo viene prima di tutto e poi è lo Spirito responsabile di conversioni e guarigioni».
Nel documento si legge: «I pellegrinaggi non si fanno per incontrarsi con i presunti veggenti, ma per avere un incontro con Maria, Regina della Pace, e con Cristo», la stupisce?
«No, certamente. Abbiamo sempre dato molto peso ai veggenti, come se hanno già l'aureola, ma solo Dio conosce la santità dei veggenti. La nota dice che sono persone come noi, con i loro limiti, condizionate anche dal contesto storico e culturale. I messaggi vanno quindi purificati dalla forma mentale del veggente, sono solo strumenti per la conversione interiore».
Con quale spirito consiglia ora di accostarsi Medjugorje?
«In scia alla nota, mi vien da dire che si va a Medjugorje per pregare, raccogliersi in Dio e ritrovare sé stessi alle fonti del Vangelo, non per incontrare i veggenti, vederli in estasi o assistere a fenomeni particolari. Medjugorje è un luogo di conversione, in cui Maria si fa da tramite fra i fedeli e Dio e la parrocchia di San Giacomo – che, ricordiamo, non è un santuario – offre occasioni pastorali. I fedeli devono essere aiutati dai pastori a rileggere la nota, così da avvicinarsi all'esperienza in maniera consapevole. Per le esperienze pastorali e per il confronto con altri fedeli, Medjugorje può cambiarti la vita».





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