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Samuele Cottafava: “Fiducia, amicizia e in campo si dà il 100%”


“Durante una partita si vive una sfida personale, quella di trovare soluzioni all'interno di una difficoltà”. Con queste parole, Samuele Cottafava ci guida nel mondo del beach volley.

Beach volley e fiducia reciproca

Sottorete per gioco con la sua famiglia in spiaggia da quando era giovanissimo, l'atleta modenese, classe 1998, appartenente al gruppo sportivo delle Fiamme Oro, dopo un coinvolgimento nella pallavolo con la SdP Anderlini di Modena, sceglie il beach volley, affascinato dal gioco di coppia. “In campo si è solo in due, senza possibilità di cambi. Questo – spiega Cottafava – porta a diventare una cosa sola. La chiave è nella fiducia reciproca, non solo sportiva, ma anche umana”. Samuele Cottafava è conosciuto come una persona socievole. “Sin da piccolo – dichiara – ho sempre provato piacere nel fare nuove amicizie. Tra le peculiarità del beach volley ho trovato particolarmente motivante quella che è la sua conditio sine qua non: fai amicizia con il tuo compagno”.

la combinazione nicolai-cottafava

In questa disciplina Samuele Cottafava debutta a livello internazionale con Jakob Windisch, cofermando la vittoria in ben tre tappe del World Tour tra il 2019 ed il 2021. Dal 2022 entra in campo con Paolo Nicolai (argento olimpico a Rio 2016 con Daniele Lupo) fino a condividere con lui la partecipazione a Parigi 2024. “Io e Paolo – testimonial l'azzurro – abbiamo instaurato un rapporto solido, portando in campo grandi equilibri”.

non temere il confronto

La sfida, però, a detta dell'atleta, resta personale. “Il beach volley ti offre più tocchi palla e, quindi, più possibilità di fare punto come di mancarlo”. Onori e oneri, appunto, senza possibilità di cambi. Si resta in campo fino all'ultimo, anche quando l'evoluzione di una partita è a favore degli avversari. “Non è facile – ammette – sganciarsi dal punteggio. Tuttavia, nel bene e nel male, noi beacher impariamo a rimanere attaccati alla partita e al nostro compagnoperché dietro alla tenacia nell'allenamento quotidiano c'è la voglia intramontabile di potersela giocare con tutti. Diamo il 100% fino alla fine riuscendo, a volte, anche a ribaltare un risultato. Si mette in conto di perdere, ma non di giocare male, o, peggio, di venir meno alla nostra intesa reciproca. Dopodiché, pacche sulla spalla, vinto hanno i più forti. Si torna a casa e ci si focalizza verso la prossima sfida. Perché no, anche contro gli avversari che ci hanno appena battuto. Perché sono tutti umani, nessuno è imbattibile”.



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