Istruzione

Crepet: “Un tempo i ragazzi sognavano di uscire dalla povertà attraverso lo sport. Oggi i social media hanno reso inutile la voglia di evasione” – Orizzonte Scuola Notizie


“La ricchezza può essere un problema se non è accompagnata da coraggio e sogni”, afferma Paolo Crepet nel suo ultimo saggio “Mordere il cielo”.

Prendendo spunto dalla figura di Totò Schillaciil noto psichiatra e sociologo, in un'intervista al Giornale di Sicilia, analizza la società contemporanea, soffermandosi sulla mancanza di grandi obiettivi e passioni che caratterizzano le nuove generazioni.

Per Crepet, Schillaci rappresenta un modello di riscatto sociale: “Nato in un quartiere popolare, Schillaci trovò nella passione per il calcio la sua via di salvezza”. E aggiunge: “Molti calciatori, cresciuti in povertà, sono riusciti a emergere grazie allo sport”. Una possibilità che oggi sembra svanita, sostituita da smartphone e videogiochi che distraggono i giovani, allontanandoli dalle esperienze reali.

“Se negli anni '90 l'Italia, pur con meno risorse economiche, era più “ricca” dal punto di vista umano e valoriale, oggi la crescita materiale non ha seguito quella morale”sottolinea Crepet, lamentando la scomparsa di figure eroiche, come Schillaci o Paolo Rossi, capaci di incarnare il sogno di riscatto. Persino personaggi contemporanei come Jannik Sinner, osserva con preoccupazione, “rischiano di scomparire rapidamente dai radar mediatici”.

Particolarmente critica è la riflessione di Crepet sulla diffusione delle baby gang: “Un tempo i ragazzi sognavano di uscire dalla povertà attraverso lo sport. Oggi i social media hanno reso inutile la voglia di evasione”. Un'illusione pericolosa, che confina i giovani in un “nulla” virtuale, dove ci si accontenta di essere “famosi anche solo per cinque secondi”, come una triste profezia di Andy Warhol che si autoavvera, mentre “la vita vera scorre accanto, ignorata da molti”.



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