Istruzione

La responsabilità morale e pedagogica delle scuole nella gestione dell’ora di religione. Lettera – Orizzonte Scuola Notizie


Inviata da Simone Billeci – L'insegnamento della religione cattolica nelle scuole italiane rappresenta uno dei temi più delicati e complessi del nostro sistema educativo. Dal punto di vista normativo, la legge italiana garantisce agli studenti la possibilità di scegliere se avvalersi o meno dell'insegnamento della religione cattolica, riaffermando così il principio di libertà individuale e pluralismo religioso.

Tuttavia, quando si analizza la pratica effettiva nelle scuole, emergono alcune domande critiche riguardo al ruolo che dirigenti scolastici e segreterie scolastiche svolgono nell'accompagnare o nell'indirizzare questa scelta, e su quanta responsabilità morale e pedagogica grava sulle loro spalle.

Il quadro normativo e il ruolo delle scuole

Dal 1984, con la revisione del Concordato tra Stato e Chiesa, l'insegnamento della religione cattolica (IRC) è diventato facoltativo. Gli studenti (oi loro genitori, nel caso di minorenni) possono decidere liberamente se avvalersene o meno. Questo diritto sancisce una prospettiva laica e pluralista dell'educazione pubblica, riconoscendo la molteplicità delle credenze religiose e delle non credenze.

Nel rispetto di questa libertà, i dirigenti scolastici e le segreterie scolastiche devono svolgere un ruolo cruciale. Essi sono chiamati a garantire che la scelta degli studenti avvenga in un contesto libero da condizionamenti, ma al contempo devono anche gestire in maniera organizzata e pedagogicamente sensata le conseguenze pratiche di questa scelta, in particolare per quanto riguarda la gestione del tempo scolastico alternativo per chi sceglie di non avvalersi dell'IRC.

Il fenomeno dell'abbandono dell'aula e le sue implicazioni pedagogiche

Uno dei problemi che spesso emergono nella pratica scolastica riguarda il fenomeno dell'abbandono dell'aula durante l'ora di religione cattolica. In molti contesti scolastici, per gli studenti che non si avvalgono dell'IRC non viene proposta un'attività alternativa altrettanto significativa, ma viene spesso concessa la possibilità di uscire dalla scuola o di considerare quell'ora come un “vuoto” nel loro orario, una sorta di tempo libero.

Questo fenomeno porta con sé importanti implicazioni sia dal punto di vista morale sia dal punto di vista pedagogico. In primo luogo, è fondamentale interrogarsi se questa soluzione rappresenta davvero una risposta educativa efficace o se, invece, non comporta una responsabilità morale da parte della scuola. Infatti, consentire agli studenti di abbandonare le aule senza offrire una valida alternativa formativa rischiando di minare l'obiettivo principale dell'educazione, ovvero quello di sviluppare competenze, conoscenze e valori in un contesto continuo e coerente.

Dal punto di vista pedagogico, si può ritenere che ogni ora di insegnamento debba essere un'opportunità di crescita per lo studente. Pertanto, delegare la scelta all'abbandono dell'aula significa non solo impoverire il percorso educativo dello studente, ma anche trasmettere implicitamente un messaggio di svalutazione dell'educazione stessa. Le scuole, attraverso i diritti scolastici e il personale amministrativo, hanno la responsabilità di evitare che gli studenti percepiscano l'ora di religione come un momento “inutile” o “trascurabile”. Al contrario, dovrebbero impegnarsi a progettare attività formative alternative che siano di pari valore rispetto a quelle proposte durante l'IRC.

La responsabilità morale e pedagogica dei dirigenti scolastici

I dirigenti scolastici rivestono un ruolo di guida all'interno delle istituzioni educative, non solo in termini di gestione amministrativa ma, soprattutto, in termini di leadership educativa. Essi sono chiamati per garantire che ogni studente abbia un'esperienza educativa completa, rispettosa delle proprie convinzioni e al tempo stesso arricchente. È qui che entra in gioco la loro responsabilità morale: facilitare l'uscita dall'aula senza offrire alternative è un segnale che la scuola non si sta prendendo pienamente cura delle esigenze formative di tutti gli studenti.

In particolare, i dirigenti scolastici devono lavorare per promuovere un ambiente scolastico che valorizza ogni momento formativo, offrendo possibilità che rispondano ai bisogni educativi di chi non si avvale dell'IRC. Questo può significare l'organizzazione di attività di educazione civica, laboratori di filosofia, momenti di riflessione su tematiche sociali, ambientali o culturali, o percorsi interdisciplinari che completano il bagaglio culturale degli studenti. Proporre queste attività non solo risponde a un'esigenza organizzativa, ma riflette un principio educativo fondamentale: l'educazione non è mai tempo perso, e ogni studente ha diritto a una formazione di qualità in ogni momento della sua giornata scolastica.

L'impatto delle segreterie scolastiche: una questione di cura e attenzione

Anche il personale delle segreterie scolastiche, sebbene spesso percepito come “tecnico”, gioca un ruolo fondamentale in questo processo. Sono infatti le segreterie che, materialmente, gestiscono le richieste degli studenti e delle famiglie relative alla scelta di avvalersi o meno dell'IRC. L'atteggiamento del personale amministrativo può avere un impatto significativo sul modo in cui questa scelta viene percepita. Un approccio burocratico e distaccato rischia di ridurre la questione a una semplice pratica amministrativa, senza tener conto del suo valore educativo e morale.

Al contrario, un approccio più empatico e attento alle esigenze degli studenti e delle famiglie può fare la differenza. Il personale della segreteria dovrebbe essere formato per comprendere l'importanza di ogni scelta educativa e per offrire supporto, chiarimenti e soluzioni che vadano oltre la semplice gestione tecnica della questione. In questo modo, la scuola può realmente farsi carico delle esigenze degli studenti, dimostrando di essere un'istituzione che si prende cura del benessere formativo di ciascuno.

La scuola come luogo di crescita, non di abbandono

La questione della gestione dell'ora di religione cattolica rappresenta un banco di prova per la capacità della scuola di essere inclusiva, pluralista e pedagogicamente efficace. I dirigenti scolastici e le segreterie scolastiche sono chiamati a svolgere un ruolo di grande responsabilità morale e pedagogica nel garantire che ogni studente abbia accesso a un percorso educativo coerente e ricco, indipendentemente dalle scelte personali in materia di religione.

Offrire alternative valide all'IRC, evitare l'abbandono dell'aula e promuovere attività che arricchiscano il percorso formativo sono elementi essenziali per una scuola che vuole essere un vero luogo di crescita e non semplicemente un contenitore di ore e lezioni. Solo così potremo davvero parlare di una scuola inclusiva, capace di rispettare le differenze e, allo stesso tempo, di offrire ad ogni studente il meglio delle opportunità educative. La sfida è grande, ma il valore dell'educazione ne vale certamente la pena.



Source link

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *