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Chi è “Dynamite” Dubois, l’underdog che ha messo al tappeto Joshua


Lo score del nuovo campione mondiale Ibf dei pesi massimi fa paura: 22 vittorie, di cui 21 per ko, su 24 incontri da pro. Resistenza e colpi pesantissimi, ora aspetta il vincitore della super sfida Usyk-Fury

Paolo Marcacci

22 settembre – 15:41 – MILANO

È il caso di sgombrare il campo da ricostruzioni ingenerose e poco meritocratiche: è stata innanzitutto la vittoria di Daniel Dubois, poi la sconfitta, rovinosa, di Anthony Joshua. Non il contrario. Che poi sia più pop la caduta – in tutti i sensi e forse definitiva – di Joshua a grandi livelli, questo non attiene in senso stretto ai valori pugilistici messi in campo tra i quasi centomila di Wembley, dove il derby inglese vede lo sconfitto incapace di esibire alcunché della propria boxe nei cinque round, mentre il vincitore è apparso semplicemente perfetto, soprattutto, nel far leva sulla limatura di alcuni difetti che alla vigilia del match lo vedevano sfavorito, soprattutto agli occhi degli esperti.

il percorso

Ventisettenne anni da poco, essendo nato il 6 settembre del 1997, Daniel “Dinamyte” Dubois da Greenwich a questo punto presenta uno score di 22 vittorie, delle quali 21 per ko, su 24 incontri da professionista. Come ci era arrivato a giocarsi, ancora più della cintura IBF, la possibilità di affrontare il vincitore di Usyk-Fury del prossimo 21 dicembre a Ryadh, i quali quella sera si contenderanno i titoli Wbc, Wba, Wbo? Potremmo dire, statistiche a parte, evidenziando una grande potenza, soprattutto nel destro, altrimenti non avrebbe messo insieme così tanti ko; al tempo stesso, contro gli avversari più coriacei era apparso, con il trascorrere delle riprese, un po' prevedibile nei movimenti e di conseguenza non così brillante dal punto di vista dinamico. Questo limite era apparso soprattutto in occasione della sconfitta contro Joy Joyce, ancor più che in occasione dell'incontro perso contro Usyk, durante il quale alla quinta ripresa si era verificato il “fattaccio”: destro di Dubois potentissimo e Usyk al tappeto, con l L'arbitro che però lo giudica un colpo basso e consente all'ucraino i cinque minuti per recuperare. Il risultato? Alla nona Usyk vincerà poi per ko.

resistenza

In occasione delle vittorie contro Jarrell Miller e Filip Hrgovic, “Dinamyte” Dubois aveva fornito prove di grande resistenza e di potenza indiscutibile, a prescindere dal trascorrere delle riprese; aveva, però, contestualmente evidenziato una criticità, ovvero quella di essere centrato da troppi colpi, il che alla vigilia del match contro Joshua ha contribuito a far risultare favorito quest'ultimo.

un wembley

Proprio per questi motivi, è giusto esaltare i contenuti della sua vittoria a Wembley, in un contesto tra l'altro più favorevole al suo connazionale: stavolta Dubois ha saputo sempre giocare d'anticipo, sorprendendo Joshua con la rapidità dell'azione; ha poi saputo scegliere a menadito l'intensità dei passi e le traiettorie da percorrere attorno all'avversario, di conseguenza riuscendo sempre a proporzionare la misura della distanza sia per colpire che per “evadere”. I colpi, risultati inesorabili per Joshua che li ha sentiti, sin dall'atterramento della prima ripresa, sono stati una conseguenza della costruzione dell'incontro da parte di Dubois.

partita della vita

Il ragazzo di Greenwich, con tratti caraibici e con i fratelli Caroline, Prince e Solomon che sono tutti colleghi, ha disputato il match della vita? Sì, visti i contenuti, ma non come se si trattasse di un punto d'arrivo, bensì di una partenza verso la fase più maturazione di una carriera il cui prosieguo ce lo potrebbe far trovare più completo, più brillante nell'azione, più efficace evasivo nel sottrarsi al fuoco avversario. A dicembre sarà lì sotto a guardare come si affronteranno Usyk e Fury per la loro rivincita; entrambi, nel frattempo, inizieranno a guardare Dubois con occhio diverso.





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