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Il furore di Israele su Hezbollah: in LIbano è guerra



L'escalation del conflitto tra Israele e Hezbollah ha raggiunto un nuovo picco di intensità. Nelle ultime 24 ore, l'aviazione israeliana ha colpito “decine di obiettivi di Hezbollah in numerose regioni del sud del Libano”, mentre la fanteria ha continuato a bombardare aree strategiche come Ayta al-Shab e Ramyeh. Le Forze di Difesa Israeliane (IDF) hanno dichiarato che i caccia dell'Aeronautica Militare israeliana (IAF) hanno distrutto circa 1.600 strutture e infrastrutture del movimento sciita sostenuto dall'Iran, un significativo incremento rispetto ai 1.300 obiettivi precedentemente annunciati.

I raid hanno colpito lanciatori di razzi, centri di comando e altre infrastrutture militari vitali di Hezbollah, in quello che appare come uno sforzo concertato per debilitare le capacità offensive del gruppo. Le operazioni sono state coordinate dal Comando settentrionale israeliano, con attacchi mirati nelle regioni meridionali del Libano e nella nordorientale Valle della Bekaa, noto roccaforte di Hezbollah.

Il bilancio umano delle ultime operazioni israeliane è devastante. Secondo fonti libanesi e internazionali, la giornata di ieri è stata la più sanguinosa per il Libano dalla fine della guerra civile (1975-1990), con almeno 492 morti, di cui 35 bambini e 58 donne. I feriti superano i 1.600, molti dei quali sono stati soccorsi tra le macerie delle abitazioni e delle strutture colpite.

Le tensioni tra Israele e Hezbollah, che da tempo caratterizzano l'instabile confine tra Libano e Israele, hanno raggiunto un nuovo livello di gravità, alimentando timori di un conflitto su larga scala nella regione. Il movimento Hezbollah, da parte sua, ha promesso vendetta per i civili uccisi, mentre la comunità internazionale chiede una de-escalation immediata per prevenire ulteriori tragedie.





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