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MJ Lenderman – Manning Fireworks


MJ Lenderman non è solo il chitarrista dei Mercoledì: il venticinquenne musicista nativo della Carolina del Nord, infatti, ha anche una carriera solista e, con questo nuovo “Manning Fireworks” (il suo debutto in studio per Anti- Records), arriva ora a quota quattro LP a cui si aggiunge “And The Wind (Live And Loose!)”, album dal vivo uscito lo scorso novembre.

Credito: Charlie Boss

Registrato in più sessioni ai Drop Of Sun Studios di Asheville, il disco è stato prodotto dallo stesso Giacobbe insieme al suo collaboratore di lunga data Alex Farrarche si è occupato anche del mixing.

Lo statunitense, che precedentemente lavorava in una gelateria, si è trovato parecchio tempo a disposizione durante il periodo della pandemia e ha potuto scrivere questo nuovo disco, da lui quasi interamente suonato.

Ad aprire questo nuovo disco di quasi quaranta minuti è la title-track “Manning Fireworks”, che ci ricorda le cose soliste di Buck Mansueto dei Grande ladro: si passeggia su territori di Americana con un'incredibile delicatezza e notevole una malinconia, accompagnata però da un'altrettanto importante dose di dolcezza. Acustica e mai forzata, gode della sua semplicità come principale arma di forza, regalando una sensazione di relax e lasciando anche spazio per Prestatore per mettere in luce le sue doti con la sei corde, come succederà spesso durante tutta la durata del suo nuovo full-length.

Più avanti “Wristwatch” vede la interessante presenza di Xandy Chelmis dei Mercoledì alla pedal steel, ma allo stesso tempo dà al musicista di Asheville la possibilità di aggiungere una maggiore potenza al suono della sua chitarra, ricordando Neil Giovanesenza dubbio una delle fonti di ispirazione di Giacobbe.

A metà del disco ecco la bellissima “She's Leaving You”, dove le sei corde volano ancora una volta in primo piano: si passa facilmente dall'alt-rock più riflessivo dei REM all'attitudine cazzona e rumorosa dei Marciapiede di Steve Malkmus (e c'è pure la sua ex fidanzata e frontwoman dei Mercoledì di Karly Hartzman a porre la sua voce al pezzo).

“Rip Torn”, invece, è più intimo, riflessiva e acustica, camminando con malinconia su territori country, in cui, oltre alla chitarra e al pianoforte, trovano spazio anche alcuni violini pronti per aggiungere qualità.

La chiusura con “Bark At The Moon” è davvero sorprendente e interessante, proprio come questo lavoro: dieci minuti esatti di canzone che si sviluppa dapprima tranquilla, senza andare fuori dai territori più familiari, melodici e dolci, per poi lasciarsi andare e sperimentare per lunghi tratti strumentali di rumore, costruiti con droni e ovviamente con la sei corde.

Un musicista di soli venticinque anni e ricco di talento con una carriera davanti che senza dubbio è destinata a decollare e la Anti- ancora una volta sembra averci visto molto bene: un lavoro concreto e di grande qualità per Prestatore.



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