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Il Papa: «Il diavolo è furbo, ma i cristiani, con la grazia di Dio, lo sono di più»



Il diavolo è come un cane legato alla catena. Può farci del male solo se ci avviciniamo a lui. Papa Francesco spiega il Vangelo di Matteo che parla delle tentazioni di Gesù nel deserto e si sofferma sul fatto che il Signore «non cade in un tranello del nemico, no no. Una volta superata la prova, Egli – è scritto – tornò in Galilea “con la potenza dello Spirito Santo”». Nel deserto, è qui l'iniziativa è di Dio, non del demonio, Gesù «si è liberato di satana e ora può liberare da satana. Lui si è liberato e libera da satana. È quello che gli Evangelisti mettono in luce con le numerose storie di liberazione di ossessi. Dice Gesù ai suoi oppositori: “Se io scaccio i demoni per virtù dello Spirito di Dio, è giunto fra voi il regno di Dio”». Oggi però «assistiamo a uno strano fenomeno riguardo al demonio», dice il Pontefice. Perché, soprattutto a un certo livello culturale, «si ritiene che semplicemente non esista. Sarebbe un simbolo dell'inconscio collettivo, o dell'alienazione, insomma una metafora. Ma «la più grande astuzia del demonio è far credere che non esiste»», come ha scritto Baudelaire. Il diavolo, spiega Francesco, «è astuto, lui ci fa credere che non esiste e così domina tutto, è astuto. Eppure il nostro mondo tecnologico e secolarizzato pullula di maghi, di occultismo, spiritismo, astrologi, venditori di fatture e di amuleti, e purtroppo di sette sataniche vere e proprie. Scacciato dalla porta, il diavolo è rientrato, si direbbe, dalla finestra. Scacciato dalla fede, rientra con la superstizione. E se tu sei superstizioso incoscientemente stai dialogando con il diavolo, con il diavolo non si dialoga».

La prova più forte dell'esistenza del demonio ce la danno i santi che hanno dovuto lottare con lui. «È vero che il demonio è presente e operante in certe forme estreme e “disumane” di male e di cattiveria che vediamo intorno a noi. Per questa via, però, è praticamente impossibile giungere, nei casi singoli, alla certezza che si tratta proprio di lui, dato che non possiamo conoscere con precisione dove finisce la sua azione e inizia il nostro proprio maschio. Per questo la Chiesa è assai prudente e rigorosa nell'esercizio dell'esorcismo, una differenza di ciò che avviene, purtroppo, in certi film! È nella vita dei santi, proprio lì, che il demonio è costretto a venire allo scoperto, a mettersi “contro luce”». Tutti i santi, «chi più chi meno», infatti, «tutti i grandi credenti testimoniano della loro lotta con questa oscura realtà, e non si può onestamente supporre che fossero tutti degli illusi o semplici vittime dei pregiudizi del loro tempo.

La battaglia contro il demonio, contro lo spirito del male si vince come la vinse Gesù nel deserto: a colpi di parola di Dio. Vedete che Gesù non dialoga con il demonio, mai ha dialogato con il demonio, o lo caccia via o lo condanna e nel deserto risponde alla sua parola, ma con la Parola di Dio». Il Papa esorta, dunque a non dialogare con il diavolo ea seguire anche l'esempio di san Pietro, cioè vigilare. «Il vostro nemico, il diavolo, come leone ruggente va in giro cercando chi divorare», per questo occorre attenzione e, come ammonisce san Paolo, da parte nostra «Non date occasione al diavolo». Il Papa ricorda che, dopo che Gesù ha sconfitto «il principe di questo mondo», lui è diventato, come diceva un padre della Chiesa, come «un cane alla catena; non può mordere nessuno, se non chi, sfidando il pericolo, gli va vicino… Può latrare, può sollecitare, ma non può mordere, se non chi lo vuole». E allora, «se tu sei uno scemo e vai dal diavolo, gli parli, vai vicino a lui lui ti rovina. Distanza, con il diavolo non si dialoga e tutti noi abbiamo esperienza, il dialogo si avvicina con qualche tentazione, quanto noi sentiamo questa distanza, non avvicinarsi al cane legato con una catena».

E fa l'esempio della pornografia che viaggia sui telefonini e «dietro la quale c'è un mercato fiorentissimo, lo sappiamo tutti, è il diavolo che lavora lì. è questo un fenomeno assai diffuso, da cui i cristiani devono però ben guardarsi e che devono rigettarsi con forza, qualsiasi telefonino ha accesso a questa brutalità, a questo linguaggio del demonio: la pornografia in rete». Ma non bisogna scoraggiarsi: «Il pensiero finale deve essere, anche in questo caso, di fiducia e di sicurezza: sono con il Signore, vattene via. Cristo ha vinto il demonio e ci ha donato lo Spirito Santo per fare nostra la sua vittoria. La stessa azione del nemico può volgersi in nostro vantaggio, se con l'aiuto di Dio la facciamo servire alla nostra purificazione». Infine Francesco ammonisce: «State attenti. Il diavolo è furbo, ma noi cristiani, con la grazia di Dio siamo più furbi di lui».

Infine il Pap aesprime la sua vicinanza al popolo libanese e definisce “inaccettabile” quello che sta accadendo in Libano. Chiamare una rapida azione da parte delle istituzioni internazionali per fermare l'escalation e continuare a pregare anche per l'Ucraina e le altre zone in guerra





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