Oggi “The Seeds Of Love” dei Tears For Fears compie 35 anni
Difficile scindere i Lacrime per le paure dagli anni Ottanta e gli anni Ottanta dai Lacrime per le paure. Già. Perché a metà di quel decennio così glamour e patinato, il duo composto da Roland Orzabal e Il signor Curt ha rappresentato uno dei punti di riferimento più luminosi per il regno delle sette note. E non solo per i videoclip colorati e la lacca à gogo.
Sia chiaro, i Nostri – al netto di una separazione artistica alquanto dolorosa e di una successiva riappacificazione oltremodo auspicata – hanno realizzato lavori degnissimi anche nelle decadi successive, ma il successo, quello vero, è entrato in placcaggio sui due musicisti britannici anche e soprattutto durante l'era “Songs From The Big Chair” (Sì, il disco di “Shout” e di “Everybody Wants To Rule The World”). All'improvviso, infatti, due ragazzitti del sud ovest inglese si sono ritrovati al centro della ribalta, battagliando nelle classifiche mondiali con gente come Michela Jackson, il capo e madonna (solo per citarne alcuni).
Quando “The Seeds Of Love” vede la luce – il 25 settembre del 1989 – i Lacrime per le paure sono ridotti da quattro anni di pausa e di crisi mistiche, incapsulati all'interno di un andazzo discografico che li vorrebbe sempre più prolifici. L'intento di Orzabal e Fabbroperò, è quello di dimostrare al mondo che il pop-rock Spacca-grafici rappresentano solo una delle tante sfumature della loro proposta musicale. In parole povere, con “The Seeds Of Love” i due vogliono arrivare al (grande) pubblico attraverso delle sonorità decisamente più sofisticate.
“Woman In Chains”, il pezzo che apre le danze dell'album in questione, mette subito le cose in chiaro: si tratta, infatti, di una traccia dalle nette sfumature soul condita da una forte, fortissima componente strumentale e dalla forte influenza ( almeno nelle intenzioni) dei Gli scarafaggi. Insomma, una vera e propria dichiarazione d'intenti. “Sowing The Seeds Of Love”, invece, appare già più immediata, grazie ad un ritornello che è, allo stesso tempo, epico e incisivo. La prima parte del brano, tra l'altro, verrà scritta da Orzabal in seguito alla rielezione per il terzo mandato di Margherita Tatcher nel 1987. La cara vecchia Margytanto cara pura a quel genio assoluto di Acqua di Rogerviene menzionata fra le pieghe del testo come “politician granny” (nonna politicante).
“Advice For The Young At Heart” e “Year Of The Kinife” rappresentano gli altri punti forti di una tracklist dannatamente compatta, piena zeppa di brani che farebbero la fortuna di una dozzina di band attuale. Poco ma sicuro. E cosa dire di “Famous Last Words” se non che va a concludere in maniera sfavillante una delle opere musicali più belle mai partorite dai tanto bistrattati Eighties? Ecco. Ogni tanto bisognerebbe svincolarsi dai soliti (pre)giudizi affrettati e tuffarsi – con religiosa dedizione – nell'oceano creativo di band che non avranno lo stesso blasone dei sopraccitati I Fab Four o degli stessi Pietrema che hanno contribuito – in maniera significativa – a traghettare l'universo musicale verso lidi maledettamente entusiasmanti.
Il 1989, dunque, non è stato solo l'anno dell'esordio degli Rose di pietradella caduta del muro di Berlino e dell'Inter dei record, ma anche dei Lacrime per le paure e di questo splendido album. Più che una pietra miliare, una pietra tombale sul decennio delle tastiere e dei motivi appiccicosi. Questa, però, è un'altra storia.
Pubblicazione: 25 settembre 1989
Durata: 49:31
Dischi: 1
Tracce: 8
Genere: pop art, pop psichedelico
Etichetta: Registrazioni di mercurio
Produttore: Dave Bascombe
Elenco tracce:
- Donna in catene
- La canzone dell'uomo cattivo
- Seminare i semi dell'amore
- Consigli per i giovani di cuore
- In piedi all'angolo del Terzo Mondo
- Spade e coltelli
- Anno del coltello
- Ultime parole famose
