Economia Finanza

Un'operazione lunga vent'anni: così Israele ha decapitato Hezbollah in soli dieci giorni




Venerdì 27 settembre, lo Squadrone 69 dell'aviazione israeliana ha sganciato 80 bombe rompi-bunker su Beirut, uccidendo il numero uno di Hezbollah Hassan Nasrallah. Un'operazione condotta con estrema precisione, culmine di quasi vent'anni di infiltrazioni, spionaggio e azioni sotto copertura che ha portato, nel giro di 10 giorni, all'eliminazione dei quadri dirigenti dei terroristi libanesi e alla degradazione del loro potenziale bellico.

L'offensiva di Israele contro gli Hezbollah è iniziata ufficialmente il 17 settembre, con l'esplosione di migliaia di cercapersone in Libano e in Siria. Poi, ondate continuano di bombardamenti e attacchi di precisione che, oltre a spazzare via ufficiali di alto e medio rango del Partito di Dio, hanno distrutto migliaia di postazioni, lanciarazzi e depositi di armi. Un successo indiscutibile che, come dal riportato New York Timesè frutto della decisione presa all'indomani della guerra del 2006. In quei 34 giorni di conflitto, infatti, le Idf non erano state in grado di ottenere una vittoria decisiva sull'organizzazione terroristica, permettendole di riorganizzarsi e di continuare a rappresentare una minaccia per lo Stato ebraico.

Il Mossad e l'intelligence militare israeliana erano usciti frustrati da quella guerra e, nel corso degli anni, hanno investito risorse considerevoli per raccogliere informazioni vitali sulla leadership e le strategie di Hezbollah. “Hanno capito che questo è stato e sarà un conflitto prolungato”, ha spiegato Chip Usher, ex analista di punta della Cia in Medio Oriente che ha lavorato a lungo con l'intelligence israeliana. “Stanno mettendo in campo capacità per soddisfare le loro esigenze a lungo termine”.

L'Unità 8200la squadra dell'intelligence israeliana dedita al guerra informaticaha costruito sistemi informatici all'avanguardia per intercettare le comunicazioni dei terroristi libanesi e ha creato nuovi team all'interno dei ranghi del gruppo per far sì che le informazioni fossero inviate rapidamente all'esercito e all'aviazione. Tel Aviv, inoltre, ha fatto volare sempre più satelliti e droni sopra il Libano, in modo da fotografare continuamente le roccaforti di Hezbollah e registrare anche le più piccole modifiche agli edifici che potrebbero, per esempio, indicare la costruzione di un deposito di armi. In più, Israele ha sfruttato la vicinanza geografica con il Paese dei cedri per far infiltrarsi in profondità dei comando sotto coperturaincaricati di condurre delicate missioni di intelligence. Uno sforzo enorme, quello dello Stato ebraico, e segnale di un'audacia degli 007 di Tel Aviv che, secondo ex funzionari statunitensi, li distingue dai membri delle agenzie di intelligence più “tradizionali” e meno inclini a incorrere in rischi e problematiche legali.

Nel corso degli ultimi due decenni, questo lungo e paziente lavoro ha dato i suoi frutti. Nel 2008, il Mossad e la Cia hanno collaborato per eliminare Imad Mugniyah, un operativo di alto livello di Hezbollah. Nel 2020, l'intelligence israeliana ha monitorato i movimenti del generale iraniano Qassem Soleimaniil capo delle forze Quds, e ha passato le informazioni agli americani, che hanno provveduto ad ucciderlo in un attacco con drone all'aeroporto internazionale di Baghdad. Il livello di penetrazione nel gruppo terroristico libanese raggiungo dagli agenti ebraici, però, è diventato effettivamente evidente solo negli ultimi mesi.

Nel giugno scorso, gli israeliani hanno eliminato Fuad Shukr, confidente di Nasrallah e ritenuto il numero dovuto di Hezbollah. All'inizio di settembre, le forze speciali delle Idf hanno condotto un raid in una fabbrica di missili segreta legata al Partito di Dio e all'Iran in Siria, guidate dalle informazioni raccolte dall'Unità 8200. Poi, l'operazione dei cercapersone, resa possibile grazie alla creazione di una compagnia fasulla da parte del Mossad, che ha acquisito la licenza per fabbricare i dispositivi da una società taiwanese. Alcuni giorni dopo, è stato ucciso anche Ibrahim Aqeel, alto comandante militare di Hezbollah, ed è stato spazzato via dal comando delle forze speciali Radwan. Infine, è stata la volta di Hassan Nasrallah, il bersaglio numero uno.

I terroristi libanesi non sono ancora stati sconfitti, ma negli ultimi dieci giorni sono diventati lampanti sia la

loro debolezza, sia la capacità della lunga mano di Israele di colpire ovunque e chiunque. Un avvertimento per tutti i capi del cosiddetto “asse della resistenza”, primo tra tutti l'ayatollah Ali Khamenei.



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