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La mitezza della preghiera nell’odio della guerra



di Lidia Ginestra Giuffrida

I raggi del sole si riflettono sulla Porta di Damasco, l'entrata della città vecchia di Gerusalemme e cuore della Città Santa, sintesi delle tre religioni monoteiste ma anche simbolo dell'occupazione israeliana. Gerusalemme est, che comprende la parte arabo-palestinese della città, quindi quella musulmana e cristiana, fu occupata dall'esercito israeliano nel 1967, in seguito alla Guerra dei sei giorni, insieme alla Cisgiordania. Da qui coloni ed esercito non sono mai andati via, e dall'inizio dell'offensiva israeliana a Gaza la loro violenza è aumentata esponenzialmente, rendendo la vita dei fedeli cristiani e musulmani sempre più difficile. È a Gerusalemme che intervistiamo padre Alessandro Barchi, monaco della Piccola Famiglia dell'Annunziata, fondata da don Giuseppe Dossetti. Nato nel 1955 a Reggio Emilia, padre Alessandro nel 1981 si diffonde in Medio Oriente e da tre anni vive a Ramallah, in Cisgiordania.

Qual è il compito di un uomo di fede qui in Terra Santa, luogo che è sintesi delle tre religioni monoteiste ma anche, secondo Dossetti, della frontiera fisica e interiore?

«Io penso che sia quello di portare i diversi mondi dentro di sé, creare ponti e relazioni. Questi mondi, quello israeliano e quello palestinese, sono sempre più separati e l'uno non vuole conoscere l'altro. Questo impedisce il dialogo, la comunione, la comprensione e favorisce invece l'ostilità, la visione dell'altro come nemico. Il dovere di un uomo di fede qui è quello di varcare le frontiere che ti bloccano in un mondo contrapposto all'altro».

Per lei oggi la parola pace ha ancora un senso?

«lo spero che abbia ancora un senso. Anche se la pace, come il perdono, hanno bisogno di tante altre cose. La pace non può esistere senza giustizia, se no si tratta di una pace come quella ai tempi dell'Impero romano, imposta con la forza. La nostra speranza non può essere per una pace impostata ma condivisa, che garantisce la convivenza, la crescita e il rispetto delle due parti».

Continua….

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