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Due assist e un gol: la grande notte di Taremi, molto più che un centravanti


L'iraniano migliore in campo a San Siro al di là del rigore che Lautaro gli ha lasciato. E la mappa dei suoi tocchi, che racconta la grande attività sulla trequarti, lo accosta ad altri due grandi attaccanti che ha avuto Inzaghi: Klose e Dzeko




Giornalista

1 ottobre 2024 (modifica il 2 ottobre 2024 | 00:43) – MILANO

C'è da chiedersi se una serata così se l'era sognata anche ieri notte, come fa di solito. Mehdi Taremi è uno che quando posa la testa sul cuscino chiudendo gli occhi e dà vita ai suoi desideri. Nel 2021, prima di infilare Szczesny in Champions League, aveva sognato un gol alla Juve nei primi minuti. E alla fine è andata così. Stavolta ha stretto la Stella Rossa tra le mani e l'ha stritolata con la miglior partita da quando veste nerazzurro: il dovuto assist, un gol su rigore, diverse risposte intelligenti e una mappa di calore da dubbi e domande. Una su tutte: può essere considerato soltanto un numero nove?

PRIMO GOL

Taremi ha giocato soprattutto sulla trequarti, la zona rossa dove ha smistato più palloni. Inoltre ha vinto tre duelli chiave, avviato due contropiede sradicando la sfera dai piedi dei centrali e ha messo in porta Arnautovic e Lautaro. L'argentino, per ringraziarlo, gli ha regalato il primo gol in nerazzurro su rigore, lasciandoli il pallone dopo averlo preso tra le mani. “Questo lo tiri tu”, gli ha detto col sorriso. E l'iraniano ha fulminato Glazer, portiere israeliano, calciando centrale. Il primo gol in nerazzurro è arrivato così. “Sono contento di aver segnato – ha raccontato nel post partita – Sono riuscito a giocare bene grazie ai miei compagni, è stato grandioso. C'è voluto un po' di tempo per segnare, ma sono sempre stato fiducioso”.

OBIETTIVI

Un elogio alla freddezza di una punta che sembra giocare a San Siro da almeno tre anni. Mehdi aveva stregato Inzaghi e tutto lo staff fin dai primi giorni di ritiro. Chi lo osserva da vicino ne ha sempre lodato la tecnica, l'intelligenza palla al piede e la sua capacità di essere un cecchino davanti la porta. “Segna sempre”, sussurrano. Questo il messaggio che filtra da Appiano fin dalle prime partitelle. Le sue caratteristiche ricordano quelle di due punte care a Inzaghi, Miro Klose ed Edin Dzeko. La capacità di gestire il pallone in fase offensiva. La tranquillità nel gestirla nello stretto. Il creare spazi. Taremi ha piedi da 9,5 e l'ha dimostrato in più occasioni, come quando ha servito Lautaro sulla corsa o Arnautovic nel primo tempo, con uno scavetto. Il primo gol è arrivato su rigore, un'altra specialità della casa: in carriera ha fallito solo 9 volte su 65 tentativi. Inzaghi sa bene che i suoi assist possono aiutarlo ad andare avanti in Champions: “Vogliamo andare fino in fondo e provare a vincere”, ha concluso Mehdi nel dopo gara. Chissà se ha sognato anche questo.





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