Ricette

I primi 50 anni di Heineken in Italia: sua 1 birra su 3. Il futuro? Green, light e sociale


Heineken celebra 50 anni di produzione in Italia e guarda al futuro, delineando i trend da seguire per continuare il percorso di crescita in un mercato che negli ultimi anni (e ancora più ovviamente in mezzo secolo) è cambiato radicalmente. Con gli italiani sempre più esigenti e conoscitori dei diversi tipi di birradeclinata in sempre più versioni, formati e “ricette”. Sembra ormai definitivamente superato il limite del prezioso binomio “pizza e birra”: la presenza a tavola è molto più varia e consapevole negli abbinamenti: questo è fondamentale nel mercato italiano, in cui il consumo abbinato ai pasti resta fondamentale, e comunque sicuramente di maggiore importanza rispetto a molti altri paesi. Nel futuro quindi, secondo Heinekenla birra sarà «sempre più versatile e sostenibile, protagonista di una nuova socialità e di nuove occasioni di consumo, evoluta per un consumatore più consapevole ed esigente».

Ottimismo di lungo periodo dopo la frenata

Nel 2023 il mercato della birra italiana ha registrato una frenata ei primi mesi del 2024 non hanno dato segnali di una vera inversione di tendenza. In attesa dei dati estivi (che valgono più del 50% dei consumi) dal colosso olandese (che arriva a livello globale da un primo semestre al di sotto delle attese) sottolineano però come la birra arriva da anni di crescita continua e che ha ormai superato stabilmente da oltre 10 anni l'asticella dei 30 litri annui di consumo pro-capite. La produzione inoltre è quasi triplicata, passando da 6,4 a 17,4 milioni di ettolitri.

Tra i protagonisti di questa tendenza c'è certamente Heineken, che è il primo produttore del paese e produce una bottiglia di birra su tre tra quelle bevute in Italia. Con i suoi quattro birrifici dislocati su tutto il territorio nazionale – Comun Nuovo (Bg), Pollein (Ao), Massafra (Ta) e Assemini (Ca) – e Partesa (leader della distribuzione e della formazione nel canale horeca con 40 depositi e 37.000 clienti), Heineken Italia occupa direttamente oltre 2mila persone e genera 64.800 i posti di lavoro nell'indotto (retail, ospitalità e fornitori) per un Impatto economico totale stimato in 4,5 miliardi di euro.

Il nuovo ad Italia, arrivato a luglio, non ha dubbi che il futuro sarà ancora positivo e ricco di novità: «L'Italia ha un consumo più basso di birra rispetto ad altri Paesi come la Francia o la Grecia, perché ha una cultura molto forte del vino – dadi Alexander Koch – ma la buona notizia è che questo dato può crescere in Italia e ci sono quindi molte opportunità. Il mercato italiano è molto speciale, è uno dei principali in Europa per noi ed è unico. Il futuro della birra in Italia sarà più radioso anche più se più difficile perché i consumatori sono molto esigenti: per questo innoviamo continuamente. Nei prossimi cinquant'anni vogliamo continuare a favorire la crescita della categoria senza compromessi sulla qualità, per essere protagonisti dei momenti di socialità degli italiani con i nostri brand. Proseguiremo nel mettere sempre le persone al centro, nell'investire sui marchi e in innovazione, con nuovi prodotti e nuove campagne sempre più connesse con i consumatori, con i loro bisogni e le diverse occasioni di consumo. Puntiamo sul consumo responsabile e lotteremo sempre contro l'abuso di alcol».

Si tratta di risultati (e potenzialità future) che hanno radici anche nel lungo lavoro di valorizzazione di brand storici italiani come Ichnusa, Messina e Dreher. Birra Moretti – ricordano dall'azienda – al momento dell'acquisizione, nel '96, produceva 0,5 milioni di ettolitri, ora ne produce 2,7, ed è per il 47% degli italiani il marchio di birra più rappresentativo dell'italianità, è inoltre molto apprezzata all'estero, ad esempio nelle “spine” londinesi; da un solo tipo di prodotto oggi è declinato in 19 varietà.



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