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«Chiedo un cessate il fuoco immediato su tutti i fronti»



«Cari fratelli e sorelle, domani sarà passato un anno dall'attacco terroristico contro la popolazione di Israele a cui rinnovo la mia vicinanza. Non dimentichiamo che ancora ci sono molti ostaggi a Gaza per i quali chiedo l'immediata liberazione. Da quel giorno il Medio Oriente è precipitato in una sofferenza sempre più grave. Con azioni militari distruttive che continuano a colpire la popolazione palestinese. Questa popolazione sta soffrendo tantissimo a Gaza e negli altri territori. Si tratta per lo più di civili innocenti. Tutta gente che deve ricevere gli aiuti umanitari necessari. Chiedo un cessate il fuoco immediato su tutti i fronti compreso il Libano. Preghiamo per i libanesi, specialmente per gli abitanti del sud costretti a lasciare i loro villaggi territori».

Alla vigilia del 7 ottobre, papa Francesco ha rivolto un pensiero da Piazza San Pietro ai Paesi del Medio Oriente. Uno scenario di guerra senza fine che chiede l'impegno di tutti.

«Faccio appello alla comunità internazionale affinché si metta fine alla spirale della vendetta. Che non si ripetano più gli attacchi come quello compiuto dall'Iran qualche giorno fa, che possono far precipitare la regione in una guerra ancora più grande. Tutte le nazioni hanno diritto di esistere in pace e sicurezzai loro territori non devono essere attaccati o invasi. La sovranità deve essere rispettata e garantito dal dialogo e dalla pace, non dall'odio e dalla guerra. In questa situazione è più che mai necessaria la preghiera. Oggi pomeriggio tutti andremo nella Basilica di Santa Maria Maggiore a invocare l'intercessione della Madre di Dio e domani sarà giornata di preghiera e digiuno per la pace nel mondo. Uniamoci con la forza del bene contro le trame diaboliche della guerra. Sono vicino alle popolazioni della Bosnia ed Erzegovina colpite dalle alluvioni. Il Signore sostiene la comunità e conforti i familiari».

Dopo i saluti ai pellegrini presenti in Piazza, il Santo Padre ha annunciato un concistoro, l'8 di dicembre, per la nomina di nuovi cardinali. «La loro provenienza» ha detto «esprime l'universalità della Chiesa che continua ad annunciare l'amore misericordioso di Dio a tutti gli uomini della terra. L'inserimento dei nuovi cardinali nella diocesi di Roma, inoltre, manifesta l'inscindibile legame tra la sede di Pietro e le chiese particolari diffuse nel mondo.

Monsignor Angelo Acerbi, Nunzio Apostolico.

Monsignor Carlos Gustavo Castillo Mattasoglio, arcivescovo di Lima (Perù).

Monsignor Vicente Bokalic Iglic, arcivescovo di Santiago del Estero (Primado de la Argentina).

Monsignor Luis Gerardo Cabrera Herrera, arcivescovo di Guayaquil (Ecuador).

Monsignor Fernando Natalio Chomalí Garib, arcivescovo di Santiago del Cile (Cile).

Monsignor Tarcisius Isao Kikuchi, arcivescovo di Tokyo (Giappone).

Monsignor Pablo Virgilio Siongco David, vescovo di Kalookan (Filippine).

Monsignor Ládislav Német, arcivescovo di Belgrado-Smederevo (Serbia).

Monsignor Jaime Spengler, arcivescovo di Porto Alegre (Brasile).

Monsignor Ignace Bessi Dogbo, arcivescovo di Abidjan (Costa d'Avorio).

Monsignor Jean Paul Vesco, arcivescovo di Algeri (Algeria).

Monsignor Paskalis Bruno Syukur, vescovo di Bogor (Indonesia).

Monsignor Dominique Joseph Mathieu, arcivescovo di Teheran-Ispahan (Iran).

Monsignor Roberto Repole, arcivescovo di Torino.

Monsignor Baldassarre Reina, da oggi Vicario generale della diocesi di Roma.

Monsignor Francis Leo, arcivescovo di Toronto (Canada).

Monsignor Rolandas Makrickas, arciprete e coadiutore della Basilica Papale di Santa Maria Maggiore (Roma).

Monsignor Mykola Byčok, vescovo dell'eparchia dei Santi Pietro e Paolo di Melbourne degli Ucraini.

Reverendo padre Peter Joseph Radcliffe, teologo.

Reverendo padre Fabio Baggio, sottosegretario nella Sezione migranti e rifugiati nel dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale.

Monsignor George Jacob Kovacs, ufficiale della segreteria di Stato, responsabile dei viaggi papali.

Preghiamo per i nuovi cardinali perché confermando la loro adesione a Cristo, sommo Sacerdote misericordioso e fedele, mi aiutino nel ministero di Roma per il bene di tutto il Santo popolo di Dio».



Di seguito il testo intergrale dell'Angelus.

Cari fratelli e sorelle, buona domenica! Oggi nel Vangelo della liturgia Gesù ci parla dell'amore coniugale. Come già altre volte, alcuni farisei gli fanno una domanda provocatoria su un tema controverso: il ripudio della moglie da parte del marito. Vorrebbero trascinarlo in una polemica, ma Lui non ci sta, anzi coglie l'occasione per richiamare la loro attenzione su un discorso più importante: il valore dell'amore tra l'uomo e la donna.

Al tempo di Gesù la condizione della donna nel matrimonio era di grande svantaggio rispetto a quella dell'uomo: il marito poteva cacciare, ripudiare la moglie, anche per motivi futili, e ciò era giustificato con interpretazioni legalistiche delle Scritture. Per questo il Signore riconduce i suoi interlocutori alle esigenze dell'amore. Ricorda loro che donna e uomo sono stati volti dal Creatore uguali nella dignità e complementari nella diversità, per poter essere l'uno per l'altro aiuto, compagnia, ma al tempo stesso stimolo e sfida a crescere.

E perché ciò avvenga, sottolinea la necessità che il loro dono reciproco sia pieno, coinvolgente, senza “mezze misure”: questo è l'amore. Che sia l'inizio di una vita nuova, destinata a durare non “fino a quando mi va”, ma per sempre, accogliendosi reciprocamente e vivendo uniti come “una carne sola”. Certo, questo non è facile, richiede fedeltà, anche nelle difficoltà, richiede rispetto, sincerità, semplicità. Richiede di essere disponibile al confronto, a volte alla discussione, quando ci vuole, ma sempre pronti al perdono e alla riconciliazione. E mi raccomando: marito e moglie litigate quanto volete a patto che si faccia la pace prima della fine della giornata. Perché la guerra fredda del giorno dopo è pericolosa. E come di fa a fare la pace Papà? Con una carezza. Riconciliarsi sempre, tra marito e moglie, dopo i momenti di litigio, sempre, prima di andare a dormire!

Non dimentichiamo, poi, che per gli sposi è essenziale essere aperti al dono della vitadei figli, che sono il frutto più bello dell'amore, la benedizione più grande di Dio, fonte di gioia e di speranza per ogni casa e per tutta la società. Fate figli, fate figli. Ieri è venuto un gendarme con i suoi otto figli. Per favore aperti alla vita, quello che Dio ti manda. Per gli sposi è essenziale essere aperti al dono della vita.

Care sorelle, cari fratelli, l'amore è esigente, sì, ma è belloe più ce ne lasciamo coinvolgere, più scopriamo, in esso, la vera felicità. Chiediamoci allora ognuno nel suo cuore: com'è il mio amore? È fedele? È generoso? Come sono le nostre famiglie: sono aperte alla vita, al dono dei figli?

La Vergine Maria aiuti gli sposi cristiani. Ci rivolgiamo a lei in unione spirituale con i fedeli radunati presso il Santuario di Pompei per la tradizionale Supplica alla Madonna del santo Rosario.





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